Presentata interrogazione in commissione: sull’esplosione avvenuta nella fabrica Eureco di Paderno Dugnano
Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro della salute, al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dell’interno.- Per sapere – premesso che:
il 4 novembre 2010 a Paderno Dugnano (Milano) la fabbrica Eureco è praticamente esplosa causando 5 feriti per ustioni gravi e altri due feriti lievi;
la Eureco srl European Ecology International è registrata alla camera di commercio per attività di raccolta, trasporto, conferimento agli impianti di smaltimento finali di rifiuti speciali pericolosi e non, ma non è classificata tra le aziende a rischio di incidenti rilevanti;
la Eureco srl comincia la sua attività nella metà degli anni 90 quando la regione Lombardia autorizzò la localizzazione di un sito per lo stoccaggio di rifiuti tossici, nocivi e pericolosi nella città di Paderno, la allora amministrazione comunale si oppose, con atti formali, al progetto ritenendo che non era la localizzazione ideale in quanto vicino alla superstrada Milano Meda (80000 veicoli giorno) e a fianco del canale Villoresi, tra l’altro a 500 metri di distanza in linea d’aria insiste un termovalozzatore per la combustione dei rifiuti speciali di origine ospedaliera e a 1000 metri di distanza una grande azienda chimica che occupa circa 300 dipendenti assoggettata alla legge Seveso come azienda insalubre di prima classe, nonostante tutto la regione ha autorizzato l’impianto;
la regione Lombardia ha rinnovato l’autorizzazione tre anni fa in ottemperanza di una direttiva dell’Unione europea;
la direzione sanità regionale aveva ripreso l’Eureco Srl, durante un controllo per la prevenzione, perché mancava il documento di valutazione del rischio cancerogeno previsto per legge;
come riportato da organi di stampa il proprietario della Eureco srl Giovanni Merlino, nel 2003 finì ai domiciliari per una vicenda di irregolarità nelle «bolle» di smaltimento dei rifiuti al termine di un’inchiesta piemontese che aveva portato alla scoperta di una discarica di rifiuti tossici di Sant’Albano Stura (Cuneo); poi, nel luglio scorso, il rinvio a giudizio per un’indagine della procura di Lodi su oli smaltiti (da un’altra ditta) senza rispettare le procedure;
secondo alcune dichiarazioni sembra che lo scoppio sia stato a causa della presenza di bombole di acetilene (gas estremamente pericoloso perché può esplodere anche con inneschi minimi);
i cittadini del centro abitato vicino in alcuni organi di stampa hanno dichiarato: «si capiva che a bruciare era qualcosa di tossico» -:
quali siano le iniziative avviate dal Governo per far luce sull’accaduto e se non ritenga opportuno accertare se le autorizzazioni sulla sicurezza e non pericolosità dell’azienda siano regolari e se l’azienda era pienamente in regola nel rispetto della normativa sulla sicurezza nel lavoro;
quali iniziative intenda intraprendere per appurare che lo scoppio della Eureco non abbia arrecato danni alla salute della popolazione del comune di Paderno e alla sicurezza ambientale del territorio e nel caso come intenda intervenire per attivare tutti gli strumenti necessari per la salute dei cittadini e dell’ambiente.(5-03781)
PELUFFO