Moratti delusa dalla sinistra. Su Expo è più avanti la città
MILANO – «Sono delusa, la città è più avanti dell’opposizione». Il sindaco Letizia Moratti commenta così il dibattito in consiglio comunale dedicato ieri ad Expo. Il capogruppo del Pd, Pierfrancesco Majorino ribatte: «La città ha bisogno della verità e non di chiacchiere pericolosamente generiche che eludono questioni ancora aperte». E la seduta viene sospesa per mancanza di numero legale al momento del voto al testo che ribadiva sostegno al sindaco-commissario: in aula, presente la stessa Moratti, mancano all’appello 13 rappresentanti del centrodestra. Nel suo intervento, il sindaco ha puntato soprattutto sullo stato dell’arte dei progetti di cooperazione internazionale e ha lanciato un appello accorato: «Fin qui abbiamo dimostrato che uniti possiamo vincere e deve essere un motivo di orgoglio per tutta la città. Per questo, pur nella dialettica che giustamente deve esserci, dobbiamo lavorare insieme per dimostrare che con Expo Milano sarà il cuore del mondo». Il centrosinistra ha invece chiesto chiarimenti sulle disponibilità finanziarie, sulle competenze del commissario, sul destino dell’area che ospiterà Expo. Anche perché, ha osservato Basilio Rizzo (Lista Fo), «il rischio è che questo evento si stia trasformando in una Fiera campionaria con una spruzzata di folklore etnico».
Carlo Fidanza, vicecapogruppo pdl, ha chiesto ai colleghi di minoranza di «volare alto e di non perdersi nelle polemiche pretestuose». Ed è la sensazione dichiarata dalla Moratti: «Questo dibattito è stato deludente perché è mancato un livello culturale alto. Me ne dispiaccio, perché una maggioranza ha bisogno degli stimoli dell’opposizione». A margine, un’altra vicenda riguardante l’esposizione ha tenuto banco. Il marchio di Expo è stato pignorato, come scritto dal Corriere. L’attuale società non ha titolarità del logo, che era stato depositato e brevettato dal precedente Comitato di candidatura: un organismo oggi in liquidazione che però ha ancora un milione di euro di debiti pregressi. Uno dei creditori, Mario Mangiarotti della Business Travel, ha prima seguito le vie informali, poi quelle giudiziarie e, malgrado l’ingiunzione al pagamento, dopo due anni non ha visto pagata una fattura da 20 mila euro. Per questo, i suoi legali lo scorso 15 settembre hanno pignorato l’unico bene del Comitato: il marchio, appunto. Replica la Moratti: «E’ un tema che attiene alla responsabilità della società che gestisce l’evento».
Dal canto suo, la società fa sapere di essere «a conoscenza da tempo di tale vicenda e delle problematiche sottostanti» e di avere acquisito «un parere legale in base al quale il marchio potrà essere utilizzato da Expo 2015 spa». Quanto alla vicenda di Mangiarotti, la società «ribadisce di non avere, né poter avere, alcun ruolo, poiché essa fa riferimento unicamente al Comitato di Pianificazione in liquidazione». L’onorevole Vinicio Peluffo (Pd) attacca: «Se colpisce la sciatteria del Comitato di candidatura Expo nel non aver liquidato a tempo debito i fornitori, è del tutto inaccettabile l’assoluta approssimazione dimostrata dai medesimi (i soci del Comitato di candidatura sono gli stessi della società di gestione in una veste giuridica diversa) nella mancata acquisizione del marchio da parte di Expo 2015, ora addirittura pignorato».