Il veltroniano Peluffo ad Affaritaliani.it: “Boeri? Lo abbiamo schiacciato troppo”.

immagine documentoI veltroniani si ritrovano a Milano. Al Teatro Litta, in corso Magenta 24 alle ore 17.30, Walter Veltroni, insieme a Giuseppe Fioroni e Paolo Gentiloni, presenta Movimento Democratico Lombardia. Ad Affaritaliani.it il parlamentare lombardo Vinicio Peluffo spiega: “Vogliamo rilanciare il Pd. L’organigramma locale? Per ora il movimento non è strutturato”
Poi commenta le dichiarazioni di Mariapia Garavaglia ed Emanuela Baio, che su Affari avevano “chiuso” a Pisapia e aperto a candidati alternativi: “Io penso che bisogna sostenere Pisapia, ma il tema che hanno sollevato riguarda la capacità del Pd di attrarre i delusi di Letizia Moratti. Boeri? Lo abbiamo schiacciato troppo con il nostro sostegno”. E sulle primarie…

Vinicio Peluffo, oggi c’è la presentazione di MoDem Lombardia.
Venerdì a Roma c’è stata l’assemblea nazionale di presentazione di Movimento Democratico, che nasce dal documento firmato da 75 parlamentari a settembre. Un documento che ha come fine il rilancio del Pd sul territorio.

Avete già deciso un organigramma di MoDem?A dire il vero per ora non è strutturato. Ci sono i dieci parlamentari che hanno firmato il documento a settembre che promuovono l’iniziativa di oggi, con Fioroni, Gentiloni e Veltroni. Abbiamo invitato tutti: parteciperanno anche Maurizio Martina e Roberto Cornelli. E’ un’iniziativa aperta, un momento di riflessione aggiuntivo rispetto a quelli finora svolti su come rilanciare il Pd.

Leggo che tra gli ospiti ci sono Emanuela Baio e Mariapia Garavaglia. All’indomani delle primarie, su Affaritaliani.it, hanno espresso la necessità di trovare alternative alla candidatura di Giuliano Pisapia…

Quello che penso io e quello che pensa Marilena Adamo, l’abbiamo detto subito dopo il risultato: bisogna sostenere Pisapia.Mi sembra però che la Baio e la Garavaglia abbiano però posto un tema: come si riesce a intercettare quello che viene definito voto moderato? Come si riesce a intercettare quella parte di elettori che hanno fatto la scelta di Letizia Moratti cinque anni fa e che adesso sono delusi dall’operato di questo sindaco? Il punto è: come facciamo ad avere un’offerta politica che li convinca?

Ecco, appunto: come si fa?
Questo è il compito di Giuliano Pisapia. Nel momento in cui mettiamo in pista un progetto per la città di Milano, deve avere caratteristiche modernizzatrici, riformiste. Questo è il contributo che può portare il Pd.

Ma a livello pratico, cosa vuole il Pd da Pisapia? Una lista civica?
No, io credo che sia centrale la proposta che lui fa alla città. Questo sarà il segno della sua candidatura. Su questo, come Pd, dobbiamo dare un contributo fondamentale.

La riflessione avviata dopo la sconfitta delle primarie l’ha soddisfatta?

Io ho partecipato alla riunione della direzione di lunedì. Non al suo aggiornamento di martedì perché i parlamentari erano in sessione di votazione. Venerdì c’è l’assemblea provinciale. Mi sembra che il coinvolgimento del partito nella riflessione per le primarie sia ancora in corso. Credo sia utile approfondire le ragioni di quel risultato. Io avevo detto che secondo me le dimissioni non erano utili, che erano solo un momento di drammatizzazione. Rimango di questa opinione.

In discussione c’è anche il meccanismo delle primarie.

Quello che è successo è questo: il Pd ha avanzato l’idea delle primarie per selezionare il candidato. Io sono convinto che le primarie sono uno strumento utile e importante. Sono uno strumento di coinvolgimento e partecipazione. Il Pd è quello che prima dell’estate poneva la questione di costruire un progetto civico. I candidati che si sono presentati, tutti, avevano questo profilo civico.

E quindi cosa è andato storto?

L’errore forse è stato quello di schiacciare Boeri come candidato del Pd. Io ho sostenuto in direzione che il Pd appoggiasse Boeri. Quindi è una scelta che rifarei, perché Boeri ha il profilo giusto per un contributo importante alla città. Però probabilmente lo abbiamo schiacciato troppo come candidato del Pd. Dovevamo consentirgli, con il nostro appoggio, di sviluppare però il suo identikit di candidato della società civile. Le primarie, poi, con il fatto che ha votato meno gente del Pd, sono ovviamente parte della riflessione…

In che senso? E’ stato un errore fare le primarie di coalizione?

Noi abbiamo fatto un anno fa una discussione congressuale, nel quale si è detto che una volta deciso il segretario, è anche il nostro candidato premier. Io continuo a pensare che adesso si debba pensare prima di tutto al partito. Poi se si vuole affrontare una riflessione sulle primarie, ben venga. Ma per ora le primarie hanno il senso che abbiamo dato loro un anno fa.

Quindi stiamo parlando di primarie non di coalizione, giusto?

Il risultato congressuale dell’anno scorso è stato chiaro e preciso, no? Però bisogna aprire una fase di discussione complessiva, che però non riguardi nè assetti nè leadership.

di Fabio Massa