Peluffo(Pd): Governo Monti è un’occasione per le riforme
Il governo Monti si avvia su una strada stretta e in salita, ma questo non deve essere un alibi per sprecare l’occasione: quella di fare le riforme necessarie all’Italia, riforme che Berlusconi non ha voluto e potuto mettere in campo. Il Partito democratico è pronto a fare la sua parte (nonostante sarebbe stato più facile per noi chiedere elezioni, tutti i sondaggi ci danno vincenti), se nel futuro il Pdl continuasse nel suo traccheggiare, farebbe un danno enorme prima di tutto al Paese. Dopo lo stallo in cui Berlusconi ha tenuto l’Italia per mesi aggrappandosi a un’esigua maggioranza in Parlamento, l’ex maggiore forza di governo non può esimersi dal mettere da parte i piccoli interessi di partito per dedicarsi al bene dei cittadini. Ricordo che una prova di senso di responsabilità le opposizioni già l’hanno data, facendosi carico di far passare la Legge di stabilità pur non condividendone i contenuti. Purtroppo non si può dire altrettanto del senso di responsabilità della Lega: l’incarico a Monti non è un ribaltone, non si è formata una coalizione nuova e diversa da quella uscita dalle urne, il suo e’ un governo del Presidente che trova i voti in Parlamento.
L’andamento della borsa di Milano e dello spread di questi giorni dimostrano quanto sia lunga e difficile la strada per recuperare credibilità. I mercati e gli organismi internazionali guardano con favore al governo Monti, ma ormai aspettano i fatti e non si accontentano più degli annunci. L’obiettivo di pareggio di bilancio nel 2013 e’ messo in forse dalle ultime stime sulla crescita, senza contare che su questo Tremonti ci ha lasciato un trucco: se la delega fiscale non otterrà i risultati previsti, scatterà un taglio automatico di incentivi e defiscalizzazioni per 20 miliardi di euro (per intenderci saranno sforbiciate le detrazioni in dichiarazione dei redditi delle spese sanitarie, per l’istruzione, delle rette degli asili nido, insomma tutte spese vive per le famiglie). Il Professore ha parlato di sacrifici necessari, nel segno dell’equità, dell’abbattimento dei privilegi e puntando sulla crescita. Il Pd deve scommettere sul governo Monti, in maniera convinta, contribuendo con le proprie proposte. Gli interventi adottabili da subito a costo zero sono le liberalizzazioni, dalle professioni ai servizi pubblici locali, e l’introduzione di strumenti per la lotta all’evasione fiscale più efficaci, come la tracciabilità (bisogna abbassare il tetto odierno dei 2.500 euro), il redditometro e l’incrocio delle banche dati, con un ruolo attivo dei Comuni nel controllo fiscale. Altre misure auspicabili sono la dismissione del patrimonio pubblico non strategico (il ministero del Tesoro ha indicato un patrimonio del demanio disponibile da subito del valore di 700 milioni di euro) e la patrimoniale: chi ha di più deve concorrere di più nell’affrontare la crisi. Mi riferisco ai patrimoni immobiliari superiori a 1,5 milioni di euro. Per quanto riguarda, invece, gli interventi sui patrimoni mobiliari, il Partito democratico non ha avanzato alcuna proposta in merito, siamo pronti a discutere senza pregiudiziali, ricordo in ogni caso che il 10% degli italiani possiede il 50% della ricchezza.
Proprio in un momento difficile come questo si può trovare l’energia e il coraggio per fare quelle riforme su cui finora si ha fallito. Le riforme economiche è il governo Monti che può trovare il consenso per portarle avanti. Quelle istituzionali, invece, sarebbero interamente demandate alla discussione del Parlamento. Il quale col voto si riapproprierebbe finalmente della funzione centrale che la Costituzione assegna alla sua attività.
Il Pd è per il superamento del bicameralismo perfetto con l’introduzione del Senato delle regioni, il dimezzamento del numero dei parlamentari, la riforma dei regolamenti delle Camere, la riforma della legge elettorale. L’obiettivo deve essere una democrazia più snella ed efficiente. La posta è alta, ma non possiamo permetterci di mancarla.