Pd, Liberal contro Fassina: Si dimetta Bersani: Una richiesta che non capisco.

(da Repubblica)

“Fassina se ne deve andare”. L’ala Liberal del Pd si scaglia contro il responsabile economico dei democratici chiedendone la sostituzione dopo le critiche alle richieste fatte dalla Ue all’Italia e quelle al commissario Olli Rehn. In un documento firmato da Enzo Bianco, Ludina Barzini, Andrea Marcucci, Pietro Ichino e Luigi De Sena, si sostiene che le posizioni di Fassina “appaiano in netta dissonanza rispetto alle linee di responsabilità e di rigore assunte giustamente da Bersani”. Ma è lo stesso segretario nazionale a gelarli: “Questa richiesta di dimissioni non l’ho proprio capita”. Mentre l’ex segretario popolare Franco Marini prova a smorzare: “Enzo Bianco è persona responsabile, basta un chiarimento. Niente dimissioni”. “Se le dichiarazioni di Fassina fossero la politica economica di tutto il pd, allora mi preoccuperei. Ma so che così non è…” glissa un altro ex popolare come Beppe Fioroni.

“Criticare aspramente la linea di rigore e sviluppo assunta prima dalla Banca d’Italia e poi dalla BCE – insiste la lettera – bollare come liberiste posizioni ‘liberal’ come quella del senatore Ichino, prospettare soluzioni ispirate alle vecchie culture politiche del secolo passato, non è compatibile con il dovere di rappresentare il complesso delle posizioni assunte dal Pd”. Per questo i Liberal chiedono a Fassina “un passo indietro” in modo da poter sostenere “le sue idee liberamente, senza il vincolo della responsabilità politica che gli è stata affidata”.

Nei giorni scorsi Fassina aveva criticato duramente le ricette del commissario Ue Rehn per uscire dalla crisi: “”Le indicazioni riproposte oggi per la crescita dal commissario europeo Rehn sono deprimenti sul piano intellettuale prima che economico – aveva detto Fassina – Dopo un trentennio dominato dalla flessibilità del lavoro e dalla moderazione salariale, le cause primarie della drammatica e infinita crisi in cui siamo immersi, oggi il commissario europeo agli Affari economici insiste su maggiore flessibilità del lavoro e maggiore moderazione salariale”.

Che Fassina fosse al centro di aspre critiche da parte dell’area Liber del partito era noto da tempo. In particolare da quando partecipò alla manifestazione della Fiom. Solo nei giorni scorsi il responsabile economico rispondeva così a chi gli chiedeva notizie circa le sue eventuali dimissioni: “Quando qualcuno mi chiederà ufficialmente di dimettermi, in sede politica, rispondero. Se qualcuno metterà la faccia intorno ai pettegolezzi affronteremo il problema, sempre che il quesito sulla mia permanenza del Pd venga posto in maniera esplicita”. Richiesta, oggi, esaudita.

La Rete, nel frattempo, va sentire la sua voce. Ed è un coro a favore di Fassina.”Stefano, la base di tutto il centro-sinistra è con te! non farti intimidire dai servi di confindustria!”, scrive ad esempio Paolo Gonzaga. Questo sarà “uno spartiacque per il pd: o un partito socialdemocratico moderno che ragiona sugli interessi del paese a partire dalla rappresentanza politica dei lavoratori o un rifugio di ciarlatani liberali che solo perchè si autoproclamano progressisti non sono ancora passati con rutelli, fini e compagnia. Forza Stefano Fassina”, aggiunge Francesco Maria Pierri.

Intervengono con una nota anche i deputati dell’area modem Verini, Peluffo e Martella: “E’ un momento in cui il Pd deve concentrarsi, tutto insieme, su un punto fondamentale: come sostenere al meglio l’impegno nazionale del Governo Monti. Dobbiamo farlo declinando con coraggio, coerenza e spirito unitario tre punti cardine: rigore, innovazione ed equità”. “Fare questo – proseguono – significa corrispondere all’interesse dell’Italia, che è la missione fondamentale di un partito come il nostro. Per questo crediamo sia meglio discutere in maniera aperta, dentro il partito e con la società”. “Non ci pare il caso, quindi, di chiedere dimissioni, di costringere i democratici a discutere dei propri assetti e non dell’Italia. Così come al tempo stesso, nei giorni scorsi, era stato sbagliato, ad esempio, esprimere posizioni intolleranti circa l’eventualità che esponenti illustri del Pd come Ichino potessero partecipare al governo. Il nostro -concludono i tre deputati democratici- è un partito ricco di personalità e plurale. Questa è la sua caratteristica, che dobbiamo vivere come un valore aggiunto e non come un impaccio anche nello sforzo nuovo che ci attende per definire le linee di politica economica del partito per salvare e modernizzare l’Italia”

La discussione supera i confini del Pd e arriva a Sel. ‘E’ sempre imbarazzante intervenire nella vita interna di un altro partito; quindi, parlo per me, spero comunque che questa stagione non si sviluppi all’insegna di una sorta di conformismo coatto” dice Nichi Vendola.