Expo, slitta il decreto sulla legge speciale Il Pd: il governo confermi i fondi per l’evento.
(da Il Corriere della Sera)
Il responso del governo era atteso per venerdì, ma slitterà a martedì prossimo, per lasciar prima passare l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica. Sia il presidente Roberto Maroni che il sindaco Giuliano Pisapia hanno comunque avuto rassicurazioni da Roma sul fatto che il consiglio dei ministri approverà un decreto firmato dal ministro Corrado Passera per l’attesa legge speciale con la nomina di un commissario unico per l’evento. Il modello indicato dall’asse Maroni-Pisapia è quello delle Olimpiadi di Torino e del Giubileo di Roma e la strada del commissario unico, sostengono i due leader locali, «è la sola per arrivare in tempo alla conclusione dei lavori nei tempi previsti». La bozza di decreto è già pronta e al primo articolo prevede la nomina di un commissario unico: che non sarà nè Pisapia, disposto anzi a rinunciare all’incarico che ha già oggi (commissario straordinario, con minori poteri rispetto a quelli che avrebbe il prossimo) nè Maroni, che ha sottolineato la necessità di affidarsi ad una persona in grado di occuparsi a tempo pieno dell’argomento.
Intanto, i senatori lombardi del Pd hanno depositato una mozione in cui si chiede al governo di «confermare lo stanziamento di 833 milioni di euro previsto per Expo 2015, consentire al Comune di Milano di derogare al patto di stabilità per gli investimenti finalizzati all’Esposizione, fornire al Commissario straordinario gli strumenti necessari per evitare ulteriori ritardi, anche attribuendogli poteri speciali di intervento e valutare l’opportunità di procedere alla nomina di un nuovo commissario generale, per consentire un più diretto coinvolgimento della Regione Lombardia nella gestione dell’evento». Affronta invece il tema dei tagli l’onorevole pd Vinicio Peluffo, dopo il pasticcio del decreto salva aziende, che potrebbe togliere 10 milioni di euro ad Expo: «I tagli non possono riguardare gli accordi internazionali. Di conseguenza, poiché gli investimenti per l’Expo (contenuti nel Dossier di candidatura) sono oggetto di un’intesa tra il governo italiano e la Bureau International des Expositions, non devono essere contemplati nel Decreto. Per evitare altri fraintendimenti e sciogliere la questione, presenteremo un emendamento al testo del Decreto. Il 2015 è alle porte e non c’è più tempo di errori e omissioni da parte del governo su Expo».
Elisabetta Soglio
(Il Corriere della Sera)
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