Il Pd e il semipresidenzialismo.
Ci sono i veltroniani, i dalemiani, i prodiani, i bersaniani, i franceschiniani. Le tribù del Partito Democratico, fatta eccezione per Rosy Bindi (che si è espressa negativamente in modo esplicito), sono tutte d’accordo sul semipresidenzialismo alla francese. A dimostrarlo è un documento di Affaritaliani.it. Atti pubblici, atti parlamentari. Atti firmati, soprattutto. A portare avanti il lavoro è stato il parlamentare milanese Vinicio Peluffo, veltroniano doc, da sempre impegnato su due fronti: le riforme costituzionali e, in omaggio alle proprie origini rhodensi, l’Expo e la Fiera. “Siamo convinti da tempo – spiega Vinicio Peluffo – che il semipresidenzialismo alla francese sia una opportunità”. Fin qui, nulla di nuovo. Quello che impressiona sono i nomi dei firmatari della proposta di legge e di chi la sostiene esplicitamente. Ci sono Giachetti e Nardella, renziani. C’è il veltroniano Martella (oltre a Peluffo). Ci sono anche i bersaniani come Misiani e Quartapelle. Amendola e Manciulli sono dalemiani (segnale importante, visto che il mago Dalemix non si è ancora espresso ufficialmente). C’è Gozi, il prodiano. Ci sono gli esponenti di Area Democratica, come Braga.
Insomma, un esponente per tribù. E allora, quel che si chiedono i più “avvertiti” è il motivo di tanto discutere se, a livello dei democratici, sono un po’ tutti d’accordo (salvo sporadiche eccezioni). Viene da chiedersi, commentano i maligni ad Affaritaliani.it, se davvero il Pd vuole queste riforme. Ora, con l’iniziativa di Peluffo, saltano tutti gli infingimenti. La proposta di legge costituzionale è stata presentata il 18 marzo 2013. La palla passa al Pd. Che non è detto che la butti in rete.
@FabioAMassa