Peluffo presenta interrogazione in commissione al Governo su Autogrill-CLO a Pieve Emanuele. (testo)

Peluffo: Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali.

Per sapere – premesso quanto segue:
Autogrill S.p.A. («Autogrill»), controllata al 59,3 per cento dalla famiglia Benetton tramite la finanziaria Edizioni Srl, oltre a gestire l’omonima catena di ristoranti e fast food, gestisce la concessione di marchi americani come Starbucks o Pizza Hut, possiede catene di ristoranti come Spizzico, con più di 5.300 punti vendita in oltre 1.200 località del nostro Paese dando lavoro, nel complesso, a circa diecimila dipendenti sul territorio nazionale, con un fatturato di 5,84 miliardi l’anno (4 dei quali provenienti proprio dal settore della ristorazione, dislocati in tutto il territorio nazionale, certificata SA 8000 (per social accountability); il gruppo industriale facente capo alla famiglia Benetton vanta diverse concessioni, tra le quali spicca quella relativa alla gestione di un’ampia parte della rete autostradale del nostro Paese;
Autogrill è altresì proprietaria del deposito merci sito in Pieve Emanuele, via Berlinguer;
nel corso dell’anno 2012 Autogrill ha avviato procedure di licenziamento per ogni singola regione, non affrontando la questione in modo generale sul territorio nazionale; tale pratica è stata oggetto di interrogazione a risposta in Commissione presentata dallo scrivente in data 21 maggio 2012 presso la XI Commissione Camera, agli atti n. 5/06895 che non ha avuto risposta;
Autogrill, con proprio comunicato, ha dichiarato di aver valutato una «ridefinizione della struttura logistica alla luce di un cambiamento nel modello di business» a seguito di una situazione contingente che vede – secondo i dati forniti dall’azienda – un calo di vendite del 10 per cento nel 2012 sul canale autostrade e una flessione del traffico che nell’ultimo anno è stata del 7 per cento ma del 13 per cento negli ultimi tre anni, con una riduzione dei volumi gestiti dal magazzino di Pieve Emanuele sopra menzionato;
nell’ambito di tale politica di riassetto aziendale, nel corso dell’anno 2012, l’azienda ha affidato l’appalto per la gestione di tale deposito alla società Si.Lo, che, a sua volta, ha incaricato della gestione operativa la cooperativa Clo S.C.R.L. («CLO»);
sin dal settembre 2012, secondo quanto riportato da un comunicato di Fit-CISL, la società cooperativa CLO aveva dichiarato che non avrebbe mantenuto i livelli occupazionali e le condizioni economiche precedentemente in essere con i lavoratori, in difformità con le garanzie fornite in precedenza da Autogrill, che si era formalmente impegnata a mantenere tutti e 110 i lavoratori della piattaforma;
nel mese di ottobre 2012, a seguito di trattative tra le parti coinvolte, con la mediazione anche dell’amministrazione comunale di Pieve Emanuele, era stato raggiunto un accordo che prevedeva l’assunzione piena a tempo indeterminato di tutti i lavoratori da parte della CLO;
secondo quanto si apprende dalla stampa (articolo su La provincia Pavese del 1° luglio 2013) in data 30 giugno 2013 il magazzino è stato chiuso unilateralmente dalla CLO mediante la saldatura delle porte delle celle frigorifere e apposizione di lucchetti ai cancelli al fine di impedire l’ingresso dei lavoratori;
mediante la saldatura di porte e cancelli e la sostituzione delle serrature dei capannoni, al fine di impedire l’ingresso dei lavoratori;
secondo quanto si apprende dalla stampa, Autogrill afferma che non si tratta più di dipendenti di Autogrill ma del consorzio Si.Lo che ha dato in gestione lo stabilimento alla CLO, mentre la CLO, sempre in base alle affermazioni che si possono leggere sulla stampa locale e nazionale, affermerebbe che le modalità di chiusura siano state decise da Autogrill;
la chiusura dello stabilimento Autogrill non è l’unica questione relativa al lavoro attualmente in corso a Pieve Emanuele: contestualmente anche altre aziende del territorio hanno annunciato esuberi o chiusure. Tale situazione, sommata alla vicenda Autogrill si sta tramutando in una grave emergenza di natura sociale difficilmente affrontabile da parte dell’amministrazione comunale –:
se si sia a conoscenza dei fatti sopra esposti;
quali iniziative si intendano intraprendere affinché si faccia chiarezza sulla vicenda e se siano stati rispettata i vincoli contrattuali, sindacali e di legge;
quali iniziative si intendano intraprendere al fine di prevenire le ricadute sociali e occupazionali sul comparto lavorativo afferente al sito di Pieve Emanuele, dove le famiglie dei lavoratori si sono trovate senza sostentamento d’improvviso e senza un preventivo confronto sindacale.

N atto camera (5-00623)

 

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