Europa Quotidiano – Milano, todos renzianos.
“Europa” – venerdì 14 settembre 2013
Domani il rottamatore chiuderà la festa del Pd in una città dove tutti sono saliti sul suo carro. Perplessità tra i “nativi” renziani dei comitati civici. Che chiamano al tesseramento: «Iscrivetevi tutti per cambiare il partito»
Nel Pd c’è il tutto esaurito per l’appuntamento di domani alla festa democratica di Milano. L’arrivo di Matteo Renzi al Carroponte di Sesto San Giovanni è destinato a trasformarsi nella consacrazione politica di quel “todos renzianos” che si è messo in moto un po’ in tutta Italia. La scelta di fargli chiudere la festa parla da sola. «Pura coincidenza» spiegano gli organizzatori che già hanno dovuto giustificare lo spostamento su un palco secondario dell’intervento di Pierluigi Bersani stasera.
Il problema è che l’abbraccio politico che attende il sindaco rischia di soffocarlo. Sì, perché a Milano da qualche tempo sono diventati tutti renziani. Tutti. E quando lo sono tutti rischia di non esserlo davvero nessuno. Il coming out che ha fatto più rumore è stato quello di Giuliano Pisapia, tanto più clamoroso perché viene da un esponente non dem e perché lo riavvicina, involontariamente, a quello Stefano Boeri con il quale il primo cittadino ha ingaggiato una guerra mortale.
La scelta che si ricorderà più a lungo, però, è quella di Maurizio Martina, ex segretario regionale, fedelissimo di Bersani, oggi sottosegretario, che al congresso lombardo sosterrà il candidato renziano, l’attuale reggente Alessandro Alfieri, già lettiano, convertitosi al renzismo durante le primarie del 2012 e abile ad allargare il consenso a una maggioranza quasi plebiscitaria. «Serve un’analisi seria della sconfitta elettorale, ma a Milano le vecchie correnti sono superate» spiega a Europa.
Anche Area dem si è riposizionata sul rottamatore, seguendo l’indicazione di Dario Franceschini, anche se con qualche mal di pancia. A Milano, oltre ai veltroniani Vinicio Peluffo e Marilena Adamo, Renzi pesca anche tra gli ex penatiani così come tra gli uomini vicini all’ex segretario della Camera del lavoro ed eurodeputato Antonio Panzeri. Oltre al capo di gabinetto di palazzo Marino Maurizio Baruffi, sono renziani o neorenziani anche molti assessori: dal socialista Franco D’Alfonso a Pierfrancesco Majorino (ex Correntone ed ex mozione Marino), a Pierfrancesco Maran, esponente del circolo 02Pd, come la giovane parlamentare Lia Quartapelle, che alle scorse primarie stava con Bersani ma che ci dice: «Credo che voterò Renzi anche se una discussione sui nomi non serve a nessuno e devo essere convinta».
Todos renzianos, appunto. Una valanga che solleva qualche malumore tra i nativi renziani, quelli della prima ora, perplessi per le conversioni dell’ultima. Molti di loro neppure sono iscritti al Pd, in una città dove l’elettorato di opinione pesa ancora molto e dove il “civismo” di Pisapia miete consensi in modo trasversale e fuori dal ceto politico, per la sofferenza del Pd cittadino che in questi anni non ha toccato palla.
«La possibile candidatura di Renzi ha riavvicinato molte persone al Pd» spiega a Europa Anna Scavuzzo, uno dei pochi veri punti di riferimento locali del sindaco, consigliere comunale non del Pd ma della lista Pisapia. «Mi fanno un po’ ridere quelli che ora abbracciano Matteo in modo ostentato e che prima non lo potevano vedere. Pisapia? Ha capito che lo sforzo di allargare il consenso ai ceti medi da parte di Renzi è simile al suo: senza l’operazione arancione a Milano non avremmo vinto. Nella mia idea Renzi è una sorta di Pisapia nazionale».
Dalla riunione di giovedì dei comitati nati per le primarie dell’autunno 2012 è uscita la proposta di liste unitarie a sostegno del sindaco, in modo da «garantirgli l’autonomia e la forza di cui ha bisogno per guidare il partito». Liste ovviamente aperte ai «sostenitori dell’ultimo minuto», ma con l’invito a questi ultimi di non presentarsi separatamente per non creare lotte di corrente. Il sindaco di Cernusco sul Naviglio, Eugenio Comincini, ex Margherita e punto di riferimento dei comitati, ha invitato tutti i non iscritti al Pd a farlo, «perché la sfida è cambiare il partito». Un invito ripetuto da Marco Leonardi, coordinatore di zona a Milano centro.
Nella capitale economica il lavoro da fare è tanto: il sindaco non ha ancora costruito quella rete di rapporti che sarebbe necessaria a chi vuole governare il paese. Qui tutti ricordano il flop della serata di fund raising organizzata dal fondatore di Algebris Davide Serra per presentarlo alla comunità economico-finanziaria milanese. Un mezzo autogol in società dal quale prese le distanze anche il fedelissimo Giorgio Gori.
L’evento di domani è molto atteso. Sarà ospitato nell’area concerti, dove stasera si esibiranno Elio e le Storie tese. «Alcune mamme incinte hanno chiesto di poter avere un’area riservata per paura della folla. – dice l’organizzazione – E c’è gente che chiama in federazione chiedendo se si deve acquistare il biglietto». Neanche fosse una rockstar.
@GiovanniCocconi