L’interrogazione da me depositata sui lavoratori “atipici” della Rai
Lo scorso luglio 2013 la Rai aveva promesso di intraprendere un percorso di censimento e stabilizzazione di tutti i lavoratori “atipici”, cioè i professionisti a partita iva che coprono le aree, solitamente ad alto contenuto professionale, non presidiate dall’azienda. Ma ad oggi non ha rispettato nessuna delle scadenze ipotizzate. Questo è il testo dell’interrogazione in merito che ho presentato oggi alla presidente e al direttore generale della Rai:
“Date le seguenti premesse:
– Ormai da molti anni la presenza dei cosiddetti ‘professionisti atipici’, prevalentemente collaboratori muniti di Partita I.V.A., talora, più raramente, con contratto a collaborazione senza P. I.V.A., carat-terizza il settore della produzione editoriale della RAI;
– I profili atipici rappresentano normalmente delle figure di elevato livello professionale (registi, au-tori di testi, conduttori, esperti tecnico-scientifici);
– Le collaborazioni tra la RAI e parecchi lavoratori atipici si prolungano nel tempo arrivando a durare diversi anni, e coprono sovente aree professionali fondamentali per il presente ma soprattutto per lo sviluppo e l’innovazione dell’Azienda. Tali lavoratori operano quotidianamente con orari uguali o superiori a quelli dei dipendenti, configurando un rapporto da vero e proprio lavoratore subordina-to, ma permanendo in posizione di svantaggio rispetto ai dipendenti dell’Azienda (sia a tempo de-terminato, sia a tempo indeterminato) privandoli di fatto di diritti e garanzie quali il congedo per maternità, la malattia, il diritto allo sciopero, il TFR, mantenendo tempi di liquidazione delle fatture che talora oltrepassano i 60 giorni e soste tra un contratto e l’altro la cui tempistica è a discrezione dell’Azienda;
– L’accordo tra l’Azienda e le Organizzazioni Sindacali sottoscritto lo scorso 4 Luglio 2013, all’art. 3 si proponeva di affrontare la questione relativa agli atipici prospettando una tempistica in seguito di-sattesa. Secondo i comunicati delle associazioni di rappresentanza degli atipici, durante le fasi di trattativa ufficiali si sarebbe dovuto identificare un criterio (basato su parametri quali il rapporto tra tempo lavorato e compenso percepito) al fine di favorire l’individuazione dei rapporti subordi-nati per i quali individuare un percorso di stabilizzazione. Le ipotesi informali non hanno però sorti-to ad oggi nessun effetto pratico;
– Nel caso non si trovasse una soluzione pattizia in tempi brevi, alcune associazioni di rappresentanza dei lavoratori parasubordinati atipici hanno preannunciato l’intenzione di ricorrere a numerose cause legali al fine di ottenere un riconoscimento giudiziale della condizione di lavoratori subordi-nati; tale ipotesi si giova di molti precedenti che di norma hanno visto la vittoria processuale del la-voratore parasubordinato – atipico
Quale atteggiamento intenda assumere la RAI nei confronti dei cosiddetti ‘lavoratori atipici’ come sopra de-scritti;
In particolare, se l’Azienda intenda dare corso a quanto prospettato nell’ambito dell’Accordo sindacale del 4 luglio 2013, segnatamente in considerazione del fatto che le cause giudiziali potrebbero potenzialmente gravare sui bilanci della RAI più di quanto non possa incidere un eventuale percorso di stabilizzazione di detto personale”.