Peluffo (Pd): portare RaiExpo a Milano
(da AFFARITALIANI.IT)
Vinicio Peluffo , capogruppo Pd in Commissione di Vigilanza Rai, intervistato da Affaritaliani.it, spiega la sua battaglia per spostare la struttura crossmediale della Rai creata per raccontare l’Expo da Roma a Milano e chiede alla tv pubblica di essere trasparente sui costi e di procedere con la spending rewiev.
Onorevole Peluffo, lei nelle scorse settimane ha preso carta e penna per chiedere alla presidente della Rai Anna Maria Tarantola e al direttore generale Luigi Gubitosi delucidazioni su RaiExpo. Cosa l’ha spinta a presentare questa interrogazione e cosa ha chiesto?
RaiExpo è stata messa in piedi dalla Rai il dicembre dello scorso anno con i finanziamenti della società di gestione dell’Expo: 5 milioni di euro sborsati da Giuseppe Sala il 5 agosto 2013 perché la tv pubblica “svolgesse una serie di iniziative comunicative volte a promuovere nell’ambito di tutte le piattaforme Rai l’Expo e il suo tema, ‘Nutrire il pianeta, Energia per la vita’”. Un accordo di carattere commerciale valido fino al 30 aprile 2015 e rinnovabile fino al 31 ottobre 2015. Ebbene, quando ho letto in un’inchiesta di un quotidiano nazionale che RaiExpo ha ben 58 dipendenti e che per pagarli fino a chiusura della kermesse, compresa l’attrezzatura per fare televisione, ci vorranno 3-4 milioni di euro, e che sommando questa cifra ai soldi necessari per la produzione di filmati, interviste e trasmissioni (cioè le spese più onerose) si sfonderà il tetto dei 10 milioni di euro, ho voluto vederci chiaro. E ho chiesto come stessero realmente le cose.
Cosa le ha risposto la Rai?
Giocando un po’ sull’ambiguità si è limitata a dire che i 5 milioni di euro versati dalla società di gestione dell’evento “sono un importo che si colloca al di sotto dell’impegno complessivo della Rai sulle tematiche dell’Expo, in considerazione del fatto che, nell’ambito della propria missione di servizio pubblico, sono state previste attività produttive e comunicative sulle tematiche relative all’evento autonomamente e indipendentemente dalla convenzione con Expo Milano 2015”.
Devo dedurre che non è rimasto soddisfatto dalla risposta.
Certo che no, purtroppo è quasi la prassi avere dalla Rai risposte non esaustive. Io ritengo condivisibile che l’azienda nell’ambito della propria missione di servizio pubblico abbia messo in bilancio delle spese su Expo, ma avevo chiesto che mi facessero una previsione precisa di quanti soldi andranno ancora a RaiExpo, chi li sborserà (la Rai o Expo 2015?) e come verranno spesi. Anche perché detto fuori dai denti non è che dal punto di vista editoriale finora si siano visti dei lavori che giustifichino tale sforzo economico. Infatti parliamo di video di pochi minuti dedicati al tema dell’esposizione che vengono proposti nei vari programmi del palinsesto della tv pubblica, e di un sito internet che conta poche migliaia di accessi e che dicono essere il doppione di quello della società di gestione. Poi ci sono proprio delle spese incomprensibili come quelle per sostenere la sede romana di RaiExpo, che paradossalmente è la più grande e vi lavora il grosso della struttura. Anzi per la verità a Milano finora vi hanno lavorato in quattro gatti.
Come è possibile?
Guardi questa per spostare il lavoro della Rai su Expo a Milano è una battaglia che ho cominciato già nel 2013. Ho sempre chiesto che si lavorasse dalla sede storica di corso Sempione, non solo ma anche in un’ottica di contenimento delle spese, è vicino all’esposizione e dispone di tutta l’attrezzatura necessaria. Tarantola e Gubitosi invece mi hanno risposto che “un sondaggio dell’ottobre 2013 rilevava che solo il 3,5% dei cittadini italiani a tale data sapeva cosa fosse Expo20 15; si è quindi ritenuto opportuno far riferimento a tutta l’offerta Rai (14 canali tv, canali radio e web) le cui redazioni per la maggior parte si trovano a Roma. Per cui si è giudicato maggiormente efficace aprire dapprima la sede di Roma e, successivamente, quella di Milano”. Poi hanno aggiunto che ”con l’approssimarsi dell’evento l’attività su Milano sta progressivamente aumentando”. Considerato che l’inaugurazione della kermesse sarà tra pochi mesi, la speranza è che non succeda a battenti ormai chiusi. Ma evidentemente i comportamenti di buon senso – niente sprechi e redazione a Milano – sono oggigiorno la merce più rara.