Post Expo, da Vago e Boeri l’appello a decidere il futuro dell’area

(da LA REPUBBLICA)

Il futuro prossimo e i ritardi. Si torna a parlare di post Expo, ma a crescere adesso è la preoccupazione sui tempi. Perché a due mesi dall’ultimo giorno di Esposizione Universale, tutto sembra congelato. Se n’è parlato domenica sera, ai giardini Montanelli, in uno dei dibattiti della festa dell’Unità. E ne ha parlato il rettore della Statale Gianluca Vago, la cui idea di trasferimento della parte scientifica dell’università nel sito di Rho-Pero è la più quotata: «Il nostro progetto è venuto definendosi in questi mesi – ha spiegato durante il dibattito il rettore – per noi vuol dire spostare 20mila persone, un progetto molto impegnativo, rispetto al quale abbiamo la necessità di capire se si farà e in che tempi: io ho bloccato in questi mesi una serie di interventi di ristrutturazione su Città studi perché quella era la mia idea. Bisogna avere il coraggio di sperimentare in modo innovativo. E proviamo a fare in modo di rispettare i tempi: chiunque per investire da noi vuole certezza sulle tempistiche, se non si completa nell’arco di 6-8 anni al massimo si fa qualcosa che nasce vecchio. E così è meglio non farlo».

Alla tavola rotonda sul tema del post Expo era presente anche Stefano Boeri, architetto ed ex assessore alla Cultura del Comune: «Non può esistere una progettualità metropolitana che non sia fondata su Expo- ha detto- ma per questo bisogna mettersi attorno a un tavolo e riunirsi tutti i giorni. Le idee in campo sono tante, ma secondo me l’obiettivo è quello di rimanere legati ai temi dell’Esposizione universale». Boeri non risparmia poi una stoccata sul tema del costo di quelle aree, «il costo sproporzionato rispetto al vero valore di quelle aree è stato e sarà un problema. Un errore che oggi sentiamo e che sentiremo nel futuro prossimo».

Per Pietro Romano, sindaco di Rho del Pd, il tempo dei dibattiti è chiuso: «Adesso bisogna “scaricare a terra” i progetti ha spiegato – quello della Statale, che è il più avanzato e che si sta concretizzando, è quello che ci renderebbe più felici». E se sul parco che dovrà coprire il 50 per cento dell’area – come votato in un referendum dai milanesi – sembrano essere tutti d’accordo, c’è anche chi avanza possibilità aggiuntive, come il deputato Vinicio Peluffo del Pd: «La Rai si sta guardando intorno per una nuova sede milanese, io penso che il sito di Rho-Pero potrebbe essere la risposta giusta».

di Luca De Vito