In #Rai basta tergiversare su #commemorazione Enzo #Tortora
(FACEBOOK)
Come promesso all’ultima compagna di #Enzo #Tortora, Francesca Scopelliti, incontrata recentemente in un confronto televisivo, ho scritto alla #Rai per chiedere conto del #mancato #degno #ricordo del suo popolare conduttore televisivo in occasione del ventottesimo della sua scomparsa il 18 maggio scorso (mentre ad esempio altre tv gli hanno dedicato degli speciali). La Rai ha risposto in modo vago dicendo che valuterà se commemorare il trentennale della sua assoluzione.
Tutti ci ricordiamo le tragiche immagini del suo arresto con tanto di manette a favore di telecamere, mandate continuamente in onda: ricordare la sua vicenda umana e giudiziaria ora mi sembrerebbe davvero il minimo. Qui di seguito le mie parole ai vertici Rai rilasciate alle agenzie.
*******************
RAI: PELUFFO (PD), BASTA TERGIVERSARE SU COMMEMORAZIONE ENZO TORTORA
“La Rai, non commemorando o quantomeno non ricordando degnamente nel ventottesimo della sua scomparsa Enzo Tortora, suo conduttore di storiche trasmissioni di successo (rievocato, invece, con speciali da altri emittenti), ritengo sia venuta meno a uno dei suoi fondamentali compiti di informazione e formazione dei cittadini. Per cercare almeno di recuperare mi aspetterei che i vertici della Rai ci dessero qualche certezza ora su quando dedicheranno uno spazio apposito alle sue vicissitudine umane e giudiziarie”. Così il capogruppo Pd in Vigilanza Rai Vinicio Peluffo commenta la risposta dell’azienda alla sua interrogazione sulla mancata commemorazione del giornalista.
“La vicenda di Enzo Tortora – afferma Peluffo – è uno dei più importanti casi giudiziari e mediatici della storia contemporanea. Infatti come noto il presentatore fu coinvolto in un procedimento giudiziario intentato unicamente sulla base di accuse infondate portate da un gruppo di pentiti che lo indicavano come affiliato alla camorra e al centro di un traffico di droga. La vicenda – prosegue il deputato Pd – finì con il riconoscimento della totale innocenza di Tortora, ma il suo arresto fu drammaticamente spettacolare dando il via a una vera e propria gogna mediatica. Questa esperienza segnò profondamente Tortora che si impegnò sui temi della giustizia sia come parlamentare europeo, eletto nelle liste del Partito Radicale, sia come semplice cittadino, quando dopo la condanna in primo grado a dieci anni di reclusione diede le dimissioni per rinunciare all’immunità e affrontare l’appello. Assolto con formula piena, ma ormai minato nel fisico e nel morale, Tortora morì di tumore ai polmoni il18 maggio 1988”. “Il suo caso – afferma Peluffo – per l’impatto mediatico, per la popolarità del soggetto coinvolto, per il calvario giudiziario e l’infondatezza dell’impianto accusatorio, è assurto a paradigma dei casi di malagiustizia ed è a tutti gli effetti uno dei casi giudiziari più significativi e importanti nella storia della Repubblica italiana”. Per questo, conclude il deputato Pd “che i vertici Rai, interpellati sulla mancata commemorazione di Tortora, rispondano con un vago ‘la tematica del trentennale dell’assoluzione del presentatore sarà portata alla valutazione delle strutture editoriali’, ritengo suoni quasi offensivo”.