Turismo, governo: contributi Lombardia ora anche ad alberghi con migranti
(agenzia PUBLIC POLICY)
In virtù del principio di leale collaborazione, la Regione Lombardia “si è impegnata ad apportare alcune modifiche” alla propria legge sul turismo e sull’attrattività del territorio. In particolare, la Regione ha proceduto “a estendere alle entrate dovute” a esigenze riconducili all’ordine e alla sicurezza pubblici – per esempio l’accoglienza di migranti – “lo scomputo dal fatturato” degli ultimi tre anni. “Alcune strutture potrebbero”, quindi, “dare alloggio” a soggetti non inclusi nella classificazione di “turista” fornita dall’Istat, come i richiedenti asilo, senza perdere i contributi. “Chi ha ospitato alloggiati” può infatti concorrere all’assegnazione dei bandi regionali previsti. A dirlo, in aula alla Camera, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianclaudio Bressa, rispondendo all’interrogazione a firma Vinicio Peluffo (Pd) in merito alla legge regionale sul turismo della Lombardia che, attraverso un emendamento, aveva inizialmente previsto la possibilità di accedere ai bandi di finanziamento regionale per “strutture ricettive alberghiere e non alberghiere” solo “qualora il fatturato o il ricavato dell’attività ricettiva degli ultimi tre anni” fosse “integralmente derivante dall’attività turistica”, così escludendo “le strutture ricettive che in maniera volontaria danno accoglienza ai richiedenti asilo” e quindi, secondo l’interrogante, disincentivando l’accoglienza e violando “il principio di concorrenza e di uguaglianza tra le aziende alberghiere”.