Reati sessuali: Ministro Giustizia avvia studio per modello recupero detenuti su esempio carcere Bollate.
Ha preso il via un programma del ministero della Giustizia per individuare un modello di trattamento dei colpevoli di abusi sessuali da estendere a tutti i carceri e che abbatta la recidiva, sulla falsariga della casa circondariale di Bollate. Lo ha reso noto il sottosegretario del dicastero, Giacomo Caliendo, rispondendo stamani alla Camera a un’interrogazione del deputato del Pd, Vinicio Peluffo, presentata con un’operazione bipartisan anche dalla senatrice Pdl, Ombretta Colli, al Senato.
Il programma, dal nome “Elaborazione di un modello di trattamento per sex offenders”, come spiegato da Caliendo, “ha l’obiettivo di uniformare il trattamento per tutti i detenuti coinvolti. Da rilevazioni effettuate nei diversi penitenziari del Paese si è constatato, infatti, che esistono solo alcune sezioni dedicate ai sex offenders con programmi di recupero appositi e che nella maggior parte degli istituti questa utenza vive in sezioni promiscue, spesso anche con transessuali.
Si è ritenuto pertanto necessario predisporre un progetto con l’obiettivo di studiare il problema al fine di individuare strutture dedicate ed un modello di trattamento comune, sulla falsariga del progetto avviato presso la casa di reclusione di Milano Bollate che, al suo terzo anno di esperienza, ha dimostrato una valenza altamente positiva anche in termini di riduzione della recidiva”. Per quanto riguarda invece i fondi a disposizione per i servizi di recupero dei rei di abusi sessuali, precisa materia dell’interrogazione, Caliendo ha sottolineato che “il ministero non dispone di capitoli di bilancio indirizzati in maniera distinta a finanziamenti specifici per singole attività a favore dei detenuti, bensì di un unico capitolo di bilancio”, quello dell’amministrazione penitenziaria.
“Parzialmente soddisfatto” si è definito Peluffo che, nell’eventualità di assenza di sovvenzioni da parte degli enti locali per i servizi di recupero, come avviene invece in parte a Bollate, ha chiesto al governo un finanziamento ad hoc. “L’adozione di efficaci strategie d’intervento – afferma il deputato Pd – oltre ad agevolare il reinserimento dei detenuti garantisce sicurezza perché va a incidere sull’abbattimento della recidiva del reato”.
La recidiva tra gli autori di reati sessuali dopo il trattamento intensificato, secondo i dati forniti dall’equipe del servizio di recupero del carcere di Bollate, scende dal 20% e più al 5. La sperimentazione, che prima in Italia ha preso il via nel settembre 2005 ed è economicamente sostenuta da un finanziamento integrato di Provincia di Milano (20mila euro) e Regione Lombardia (50mila euro), si basa su un programma serrato di colloqui psicologici, analisi criminologiche, attività di gruppo come yoga e arteterapia e trattamenti farmacologici di supporto se necessari.
Secondo i dati Istat e del Ministero delle Pari Opportunita’, sono più di mezzo milione le donne vittime di stupri o di tentati stupri in Italia, solo negli ultimi tre anni se ne contano 118mila, e hanno per lo più tra i 25 e i 44 anni. Per le under 25 il tasso di vittimizzazione scende dal 3,6% all’1,9 per cento, anche se negli ultimi tre anni il trend si è invertito. Il fenomeno e’ più diffuso al nord (3,4% nel nord-est e 3,3% nel nord-ovest) e nei comuni delle aree metropolitane (3,6%). Soltanto il 7,4% delle donne che ha subito una violenza tentata o consumata nel corso della vita ha denunciato il fatto (9,3% negli ultimi tre anni).
Sempre secondo i dati Istat circa la metà delle donne in età 14-59 anni (9 milioni e 860 mila, pari al 55,2%) hanno subito nell’arco della loro vita almeno una molestia a sfondo sessuale. Tra queste le molestie verbali e le telefonate oscene sono le più diffuse (rispettivamente il 25,8% e il 24,8% delle donne con età compresa tra i 14 e i 59) seguono gli episodi di pedinamento e gli atti di esibizionismo (entrambi il 23% circa) e le molestie fisiche (quasi il 20%).
La violenza sessuale domestica o commessa da individui noti alla vittima è il nocciolo duro del problema: il 69,7 % degli stupri (60,9% dei quali commessi da italiani) ha protagonisti i partner, il 17,4 è imputabile a conoscenti e solo il 6,2 coinvolge estranei. Lo scorso anno il ministero dell’Interno ha catalogato 4637 reati sessuali.
Milano, martedì 4 maggio 2010