Via l’ultimo camion di nerofumo RETROSCENA Ma lo smaltimento fa discutere, Vinicio Peluffo (Pd) solleva dubbi sull’operazione condotta a Cornaredo

Cornaredo, 22 maggio 2011 – L’ultimo camion carico di nerofumo è partito il 16 maggio dalla Gamma Recuperi di Cornaredo. Si chiude la vicenda dei rifiuti pericolosi, provenienti dall’ex polo chimico Sisas di Pioltello-Rodano e stoccati a Cornaredo, ma non si placano gli interrogativi e le polemiche. Nei giorni scorsi il deputato del PD, Vinicio Peluffo, ha presentato in commissione attività produttive un’interrogazione al premier e ai ministri dell’Ambiente, dell’Interno, della Salute e degli Esteri, «il governo spieghi se esistono pericoli di inquinamento e per la salute nei Comuni lombardi dove sono state stoccate migliaia di tonnellate di rifiuti pericolosi».

I comuni interessati oltre Cornaredo sono Saronno (Varese) e Agnosine (Brescia). Peluffo ricorda che a Cornaredo c’erano 4.000 tonnellate di nerofumo con mercurio e ricorda il viaggio che hanno fatto i camion, «la cosa singolare è che il nerofumo invece di essere trasportato direttamente dall’ex Sisas in Germania, dove è destinato a essere smaltito, alle spese dell’ignaro contribuente viene prima stoccato a Cornaredo dalla Gamma Recuperi e poi trasportato a Baranzate all’Ecoltecnica, dove rimane al massimo un paio d’ore prima di partire alla volta della Germania». Su entrambe le società il deputato solleva dubbi, «la Gamma Recuperi, incaricata dal Commissario delegato del governo a trattare i rifiuti, è nata il 25 febbraio scorso dal conferimento di una società omologa, e attuale unico socio del cessionario, la quale sembra non avesse le caratteristiche per ottenere i permessi necessari per questo tipo di rifiuti».

Ed ancora, «la Ecoltecnica nel dicembre del 2003 è stata al centro di un’inchiesta sullo smaltimento irregolare di rifiuti speciali. Come riportato dalla stampa, i carabinieri avevano accertato l’ingresso di carichi di rifiuti pericolosi, che dopo una breve sosta uscivano classificati come normali grazie alla modifica dei formulari di trasporto».

(Il Giorno)

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