Alla Camera solo per tre mandati. Si accende il dibattito sulla proposta Pd

(ADNKRONOS) Roma, 26 sett. – Boom di contatti sulla pagina Facebook di Ign, testata online dell’Adnkronos (VOTA), sul sondaggio a proposito di un disegno di legge che fissa a tre il numero massimo di mandati parlamentari. La maggior parte dei lettori ha scelto: “Sono anche troppi”. C’è Bernardo che suggerisce “se è un modo per ‘mandarli al diavolo’, va bene”, mentre Nino si limita a dire “finalmente” e Giovanni che precisa “uno è più che sufficiente”. Della stessa opinione anche Giuseppe per cui “un mandato basta e avanza” e “non ci deve essere chi campa solo facendo politica”. Per Enzo “due mandati sarebbe meglio”, ma “sempre meglio tre che infiniti”. Due meglio anche per Sergio. Per Marco, invece, “non cambia niente” e sarebbe meglio “togliere i vitalizi” e “introdurre un gettone di presenza”, oltre a “togliere alcuni benefit”. Caustico Raffaele che commenta: “Spero abbia valore retroattivo”. A chiudere è poi Costantino che si diverte a provocare, proponendo “più vitalizi per tutti”.

La proposta è stata presentata alla Camera un giovane deputato del Pd, Dario Ginefra, insieme ad altri colleghi, con l’intenzione di favorire un ricambio in Parlamento, rendendolo obbligatorio per legge.

In sostanza l’unico articolo del disegno di Legge chiede la “modifica all’articolo 7 del testo unico delle leggi recanti norme per la elezione della Camera dei deputati, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, e successive modificazioni in materia di limite del numero dei mandati parlamentari, è aggiunto il seguente ultimo comma: “Non sono eleggibili coloro che sono stati eletti per tre legislature consecutive, delle quali almeno due complete, all’ufficio di membro del Parlamento”

Tra i primi firmatari Francesco Boccia, Stefano Esposito, Paola De Micheli, Antonio Boccuzzi, Alessia Mosca, Pier Francesco Recchia. Ma anche Peluffo, Mogherini, Bobba, Murer, Bossa, Gozi, Marmo, Laratta, Rubinato, Tidei, Concia, Russo, Pizzetti, Sbrollini, Pes, Portas, Viola.

Ad essi si sono aggiunti nelle scorse ore i deputati Strizzolo, Siragusa, Vaccaro, Brandolini, De Torre, tutti del PD, e Zazzera dell’IDV. A comunicarlo con soddisfazione è stato lo stesso primo firmatario che aggiunge: “il ‘Palazzo’ vuole autoriformarsi superando tutte le resistenze che spesso partono da chi vive queste proposte come un attacco ai leader. La prima firma dell’IDV – conclude Ginefra – è un buon segnale. Ci auguriamo che nei prossimi giorni questa consapevolezza possa aumentare”

“La proposta di limitare a tre il numero dei mandati parlamentari non è nuova e non è frutto dell’iniziativa personale: quel principio, infatti, è già contenuto nell’art. 22, comma 2, dello Statuto Nazionale del Partito Democratico, nel quale si legge: ‘Non è ricandidabile da parte del Partito Democratico per la carica di componente del Parlamento nazionale'”. “L’istituzionalizzazione di quel principio dovrebbe rappresentare un progetto condiviso da tutti gli iscritti ed elettori del Pd” – aggiunge Ginefra – “a meno che non si ritenga il nostro Statuto lettera morta derogabile all’occorrenza.

Qualche giorno fa sono stati celebrati i dieci anni dal devastante attentato alle ‘twin towers’. Negli USA, come nel resto del mondo, sono cambiati tutti i leader politici a differenza del nostro, dove una classe dirigente gerontocratizzata, al Governo e all’Opposizione, ha occupato la scena politica nazionale trasformando le istituzioni nel giardino di casa. Negli altri Paesi al termine di ogni ciclo politico chi perde torna a vita privata. Da noi non è così! E questo determina che persino dei parlamentari che oramai hanno raggiunto gli ‘anta’ vengano classificati come ‘giovani parlamentari’. E’ come se vi fosse una sorta di fermo immagine nella società e nella politica del nostro Paese. A rendere la nostra proposta di legge più utile in Italia che altrove, è proprio la vigenza dell’attuale legge elettorale: non solo nominati dai partiti, ma nominati a vita? Ecco perché insisteremo perché vi possa essere un confronto laico sulle regole senza alcuna forma di demonizzazione e/o strumentalizzazione”.

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