Arese, anche Lega e un pezzo di Pdl contro Fornaro. Le opposizioni pronte a dare battaglia: lanciata una petizione per chiedere le dimissioni del sindaco
Petizione popolare per chiedere le dimissioni del sindaco Fornaro, attualmente agli arresti domiciliari: questa è la risposta dell’inedito schieramento di opposizione aresino (che va da Rifondazione alla Lega, toccando anche alcuni esponenti del Pdl) emersa ieri sera dopo un’assemblea pubblica all’auditorium.
“Sarà un successo se raccoglieremo almeno 5mila firme – ha spiegato Paola Pandolfi, segretaria del Pd – visto che la nostra coalizione al ballottaggio ottenne circa 3.500 voti”.
Come è noto, Gianluigi Fornaro, sindaco di Arese dal 2009, è indagato per vicende legate alla fornitura del gas. Ma la maggioranza che l’esponente del Pdl guida era entrata in crisi poco prima, quando la Lega Nord aveva annunciato di uscire dalla maggioranza a causa di screzi sul centro sportivo.
La maggioranza è ora retta (per il rotto della cuffia) da una inedita alleanza Pdl-Udc, con la giunta limitata a tre assessori (due Udc e un Pdl), e pochi giorni fa in comune è passata la delibera (chiesta dal prefetto) che assegna temporaneamente le funzioni di sindaco al vicesindaco Carlo Giudici.
La delibera è passata con 11 voti favorevoli e 9 contrari. Ai consiglieri del Pd si sono uniti, in opposizione, i tre leghisti e l’ex Pdl Corrado Evangelista. Le opposizioni (vecchie e nuove) ritengono che la maggioranza numerica non corrisponda più a un consenso presso la cittadinanza e vorrebbero tornare al voto al più presto. Ma per la legge questo è possibile solo in tre casi: dimissioni del sindaco, dimissioni di 11 consiglieri comunali, voto di sfiducia contro sindaco e giunta.
Delle tre soluzioni, quella che potrebbe più facilmente verificarsi è la prima: se infatti Fornaro si dimettesse, potrebbero venirgli revocati gli arresti domiciliari. Non più sindaco, non potrebbe reiterare il reato. Fornaro ha già chiesto la revoca dei domiciliari ma i giudici non gliel’hanno accordata. Ma se Fornaro si dimettesse, l’esito sarebbe il commissariamento e poi il voto. Le opposizioni temono che il sindaco si stia “sacrificando” per evitare il voto anticipato.
Intanto Vinicio Peluffo, deputato rhodense del Pd, ha presentato una interrogazione al ministro Maroni per verificare se ci sono le condizioni per lo scioglimento “d’autorità” del consiglio comunale aresino. Ma la procedura, che prevede l’istituzione di una commissione di verifica, è lunga e comunque di solito viene attuata solo se si temono infiltrazioni di tipo mafioso.
“I nostri problemi – ha spiegato il commissario della Lega aresina Vittorio Turconi – sono iniziati poco tempo fa, quando il nostro Bartolini è stato nominato assessore allo sport. Abbiamo voluto vederci chiaro sui lavori al centro sportivo, ma sembrava che nessuno fosse a conoscenza di ciò che accadeva”.
“Poi – ha continuato Turconi – ci hanno mostrato un accordo che doveva essere assolutamente firmato in favore di una società privata, a cui dare in gestione il centro fino al 2014. Significava privatizzare, senza alcun controllo da parte del comune, il centro sportivo. Non ci siamo stati. E abbiamo consegnato alla magistratura un esposto di più di 200 pagine, perché secondo noi c’è qualcosa che non va”.
Pippo Fiorito, responsabile aresino di Rifondazione, si è detto favorevole a un’alleanza variegata (“colorata”, ha detto) in vista delle prossime elezioni comunali e ha sottolineato che durante il biennio-Fornaro l’ex Alfa ha licenziato 18mila lavoratori senza che l’amministrazione abbia fatto nulla al riguardo.