“Berlusconi in tv: troppe presenze. Agcom studia multe a Mediaset”
(da la Repubblica) – Silvio Berlusconi torna prepotentemente in tv. E straripa sulle reti Mediaset, che per dissimulare provano ad usare un trucchetto sempre di attualità: sparano il volto del padrone nelle edizioni principali dei tg e lasciano spazio alle voci degli altri partiti negli orari secondari, quelli con meno audience. Un tentativo di nascondere la violazione della par condicio. E oggi si riunisce l’Agcom, l’Autorità delle comunicazioni chiamata a far rispettare le regole sulla presenza dei politici in televisione in campagna elettorale. «Sono dati eclatanti, Mediaset mette in atto una distorsione evidente alla vigilia delle elezioni, mi aspetto che l’Authority sanzioni la chiara violazione della par condicio», denuncia il capogruppo del Partito democratico in Vigilanza Rai Vinicio Peluffo.
I dati pubblicati ieri dall’Agcom sono impietosi. Il tempo di parola concesso ai politici di Forza Italia nei telegiornali del Biscione dal 19 aprile al 2 maggio arriva al 33,5% del totale. Dato che tiene conto anche dei talk show politici. E ovviamente la parte del leone all’interno dei conteggi di Fi è di Silvio Berlusconi, che dopo la decisione del tribunale di sorveglianza di affidarlo ai servizi sociali si è ripresentato in tv per una dilagante campagna elettorale che può valere la sopravvivenza politica sua e di Forza Italia. Il Pd, compreso il presidente del consiglio Renzi, è dietro di 10 punti percentuali. Uno squilibrio, e siamo al dato meno eclatante, evidente se paragonato ai dati della Rai, di tono ben diverso: nella televisione pubblica il Pd ha avuto l’11% di spazio, il premier Renzi un altro 11% mentre Forza Italia arriva 13,58%. Grossomodo come il Movimento 5Stelle, al 15,9%. Partito, quello di Grillo, in competizione diretta con Forza Italia nella caccia ai voti degli euroscettici e che, guarda caso, nelle reti Mediaset prende la parola solo per il 9% del tempo totale.
Eclatante il caso del Tgcom24, il canale all news di Mediaset che concede a Forza Italia, ovvero a Berlusconi, il 41,3% del tempo totale contro l’8% del Pd. «Sommando il tempo in cui l’ex premier viene fatto parlare direttamente, la durata dei servizi e del loro lancio si sfonda il tetto del 50% del totale, è una distorsione evidente che va punita», attacca Peluffo. E infatti oggi l’Agcom dovrebbe lanciare un ordine di riequlibrio al canale fondato da Mario Giordano, pena sanzioni pecuniarie. E nel mirino dell’Authority dovrebbero finire anche Studio Aperto e Tg4. I due telegiornali concedono la parola a Forza Italia per il 20 e 26% del totale, ma nelle edizioni principali, quelle più seguite, sfondano ogni tetto arrivando a far ascoltare la voce di Berlusconi per il 42 e il 55% del tempo relegando gli avversari politici alle ore di seconda fascia. È probabile che l’Agcom censuri questo trucco con un richiamo formale, anche se non ci dovrebbe essere un ordine di riequilibrio visto che le regole della par condicio dicono di guardare al totale, senza distinzione tra le diverse edizioni.
Dovrebbe essere invece promossa La7, che due settimane fa con il 59% del tempo di parola concesso a Matteo Renzi aveva incassato un ordine di riequilibrio che negli ultimi 14 giorni sembra avere rispettato, abbassando lo spazio dedicato al premier al 20%. Ma un richiamo il telegiornale di Mentana lo potrebbe prendere per aver dedicato troppo poco spazio ai piccoli partiti. È infine possibile, ma non certo, che oggi l’Agcom decida di fare un richiamo generale (senza provvedimenti specifici) a tutte le emittenti per lo spazio dedicato in campagna elettorale al presidente del Consiglio: nessun canale ha violato le regole, ma Renzi potrebbe essere giudicato sovraesposto nelle sue due cariche di leader del Partito democratico e di premier, pur senza conseguenze.
di Alberto D’Argenio