“Caso Frigoscandia a Cornaredo. Lettera aperta a Susanna Camusso: ‘Gli schiavi siamo noi'”
(da Il Giorno) – Una lettera aperta al segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, è stata scritta nelle scorse ore dai 15 lavoratori della cooperativa Cogema, che opera all’interno della Frigoscandia di Cornaredo, licenziati nei giorni scorsi. I lavoratori, che si occupavano della logistica e della movimentazione dei surgelati per la grande distribuzione nell’azienda di via Monzoro, raccontano alla Camusso quali erano le loro condizioni di lavoro e invitano il segretario generale della Cgil davanti ai cancelli della Frigoscandia. Concordi con le parole della Camusso, i lavoratori chiedono fatti concreti. «Abbiamo letto con attenzione il suo intervento al congresso della Filt-Cgil, soprattutto quando afferma che ci vuole una nuova legislazione sulle cooperative e quando dice che le vengono i brividi pensando che in molte categorie cominciamo a esserci delle aree con schiavismo — spiegano i lavoratori —. Noi le scriviamo perché vogliamo portarla a conoscenza che la cooperativa Cogema ci pagava in nero su una carta di credito e che, pur avendo fatta la segnalazione alla Guardia di finanza, niente si è mosso. Vogliamo segnalare che il funzionario della Filt Cgil ha firmato il passaggio di appalto alla nuova cooperativa che sostituisce la Cogema accettando che su 95 dipendenti ne venissero presi solo 80, lasciandoci fuori come licenziati». Da qui la richiesta alla Camusso di intervenire per chiedere a «quel funzionario» di fare dietrofront e reintegrare tutti al posto di lavoro.
«Se questo non dovesse avvenisse, dovremmo pensare che ci troviamo di fronte a due modi di operare della Cgil: quello da lei affermato sulle cooperative e quello da noi vissuto in questi anni in termini di ricatto e di schiavitù», concludono i licenziati. Intanto la vicenda della Frigoscandia è arrivata anche a Roma tra i banchi del parlamento. Gli onorevoli Vinicio Peluffo e Lia Quartapelle hanno presentato un’interrogazione al ministro dello Sviluppo Economico e al ministro del Lavoro: «È necessario fare chiarezza per definire quali siano e a chi appartengano le responsabilità — affermano Peluffo e Quartapelle —. In un momento di grave difficoltà come questa, con molte aziende del territorio in crisi e costrette a lasciare a casa i propri lavoratori, è necessario mantenere alta l’attenzione su vertenze del genere. Chiediamo ai ministri quali iniziative intendono intraprendere».
Dalla Frigoscandia l’ad Renato Pizzo dichiara: «All’interno della nostra azienda sono rispettate tutte le normative in materia di sicurezza sul lavoro. I 15 dipendenti sono stati licenziati dalla cooperativa dopo alcuni provvedimenti disciplinari».
di Roberta Rampini