Ciao Darwin cerca “omofobi e razzisti”: bufera sul programma di Bonolis

(da IL MESSAGGERO.IT)

Alti e bassi, grassi e magri, calvi e capelloni, mogli e amanti, macho e intellettuali, vip e gente comune, ricchi e poveri, vergini e esperte, trasgressivi e moralisti, eterosessuali e omosessuali. La strampalata ‘ricerca antropologica’ di Ciao Darwin ha abituato, negli anni, il pubblico ai duelli tra categorie umane, divertendo ma anche sollevando polemiche. A finire nella bufera, stavolta, prima ancora di andare in onda, è la settima edizione del programma condotto da Paolo Bonolis, attesa a primavera su Canale 5 dopo sei anni di assenza.

A sollevare il caso è stato l’assessore piemontese alle Pari opportunità Monica Cerutti, che ha definito il casting per ‘razzisti e omofobi’ tenutosi a Torino uno «schiaffo al rispetto delle persone e dei diritti di tutti». Alla protesta si associa oggi il Pd Vinicio Peluffo, capogruppo in Vigilanza Rai. «#CiaoDarwin cerca razzisti e omofobi? Si rimane nel vecchio schema dei luoghi comuni, idea infelice e di cattivo gusto, che banalizza tutto», attacca Peluffo, rilanciando le critiche dell’assessore della giunta Chiamparino, che ieri aveva messo in guardia dai rischi di una tv che parla di «stereotipi, populismi e strumentalizzazioni».

Tace Bonolis e così anche Mediaset e Canale 5, che scommettono su Ciao Darwin come uno dei titoli di punta della primavera: lanciando a fine dicembre la staffetta Bonolis-Gerry Scotti nel preserale, il direttore di rete Giancarlo Scheri aveva promesso un’edizione di Ciao Darwin «se possibile, ancor più al passo coi tempi, dirompente e ironica». Il caso intanto impazza sul web.

Su Twitter c’è chi avverte: «Se vi scandalizzate per gli omofobi e razzisti a Ciao Darwin, non l’avete mai visto», «Ma se non avete mai visto Ciao Darwin che parlate a fare. State zitti che fate più bella figura». Chi stigmatizza: «Torna #CiaoDarwin con nuove squadre: GLI OMOFOBI. Vomito». E chi ironizza: «Bonolis fa casting a Torino per trovare omofobi e razzisti. Non ho capito se per Ciao Darwin o per il Family Day». O chiosa: «Quel programma era l’apoteosi dell’ignoranza, ma almeno faceva piangere dal ridere».

Fin dal titolo, che allude in chiave parodistica alla teoria dell’evoluzione, il programma è nato nel 1998 con l’ambizione di riprodurre, attraverso prove dagli esiti volutamente ridicoli, il meccanismo di selezione naturale teorizzato da Charles Darwin, tracciando un identikit dei nostri tempi. Dal Moige al Comitato tv-minori, però, c’è chi non ha gradito. Tra i casi più discussi, la puntata del 2007 che mise a confronto etero e gay. Allora il presidente dell’Arcigay Aurelio Mancuso approvò: “Ospitare in tv persone del mondo gay – disse – è in molti casi ancora un tabù che va combattuto”.