“Ecco il piano di Renzi per la Rai. ‘Il canone sarà legato al reddito'”

(AFFARITALIANI.IT) – Vinicio Peluffo, capogruppo del Pd in Commissione di Vigilanza, spiega in un’intervista a tutto campo ad Affaritaliani.it il progetto di Renzi sulla tv pubblica. Lo sciopero? “L’11 giugno non si fa. Punto fermo”. E ancora: “A Gubitosi diciamo: vada avanti”. Rai Way? “Si parla della cessione di quote di minoranza”. Sul canone: “Ridurre l’evasione, pari a un terzo. Proponiamo una gradualità nel pagamento in base alle fasce di reddito”. E infine: “Superare la legge Gasparri e subito una riforma di sistema che riguardi anche la governance dell’azienda”.

Il Garante ha dichiarato che lo sciopero dell’Usigrai è illegittimo. Che cosa succede ora?
“La Commissione garanzia sugli scioperi e sui servizi pubblici ha messo un punto fermo rispetto allo sciopero dell’11 giugno. A questo punto saranno i sindacati a valutare se, come e quando convocarlo. Però rispetto all’11 giugno è evidente che c’è un punto. Sono comunque convinto che ci siano una serie di questioni che sono sul tavolo su cui si è aperto un confronto aspro ma che vale la pena di continuare”.

Gasparri di Forza Italia ha detto che Renzi vuole mettere le mani sulla Rai. Che cosa risponde?
“Innazittutto va ricordato il processo di revisione della spesa. C’è quindi la necessità di fare efficienza e di ridurre gli sprechi che riguarda tutta la Pubblica Amministrazione, anche la Rai. Al direttore generale Gubitosi, che settimana scorsa in Commissione di Vigilanza ha rivendicato il lavoro su questo aspetto, diciamo: bene, vada avanti facendo scelte coerenti di carattere aziendale”.

Rai Way verrà quotata?
“Facciamo il punto sul decretto Irpef. Il governo sta mantenendo gli impegni che aveva assunto. L’articolo 20, quello che prevede tagli ad aziende partecipate, non riguarda più la Rai. Riguarda invece la Rai l’articolo 21, ovvero i famosi 150 milioni di intervento una tantum, nei quali sono previsti due meccanismi”.

Quali?
“Uno riguarda le sedi regionali, dove anche qui – impegno mantenuto del governo – viene presentato un emendamento che mantiene l’informazione a livello regionale (e vorrei anche vedere) ma che garantisce una flessibilità amministrativa all’azienda. Il secondo aspetto è quello che consente di cedere quote di minoranza partecipate dalla Rai, quindi di Rai Way. E’ importante sottolineare, visto tutte le cose dette in questi giorni, che si tratta di quote di minoranza. La proprietà delle torri rimane saldamente nelle mani pubbliche. Non c’è alcuna svendita, non c’è alcuna cessione del ruolo pubblico. Poi sono convinto che questa possa diventare un’operazione di sistema. Avendo ceduto una parte delle quote di minoranza si può anche pensare, come in altri paesi, di fare un’operazione di respiro sulla proprietà della rete pensando a sinergie con la telefonia, facendo nell’epoca della convergenza una co-partecipazione di sistema con la Cassa Depositi e Prestiti. E’ il modo non solo di fare efficienza ma anche di valorizzare un asset e di mettersi in linea con gli altri paesi europei”.

I 150 milioni di euro di risparmio possono andare alla riduzione del canone?
“Sono convinto che si debba intervenire in maniera complessiva sul canone. Il primo obiettivo è quello della lotta all’evasione che oggi è pari a un terzo. Ridurre l’evasione del canone significa anche la possibilità di ridurre il canone e secondo noi deve esserci una gradualità in base alle fasce di reddito. E’ una discussione che necessariamente si deve aprire. Il governo lo ha annunciato e noi siamo pronti da subito a fare una discussione su come riformare il canone”.

Vista la posizione della Camusso, Pd e Cgil sono su posizioni diverse. Scontro a sinistra?
“Il discrimine è tra chi vuole bene alla Rai fino in fondo e quindi è assolutamente consapevole che la Rai oggi ha bisogno di essere cambiata profondamente. Per questo noi abbiamo già detto in Commissione Vigilanza che siamo per anticipare il rinnovo della concessione, senza aspettare il 2016, farlo subito in maniera tale da aprire una discussione sulla riforma di sistema, che riguarda la governance della Rai e il superamente della legge Gasparri. Legge che ha compiuto i disastri di questi anni, imbrigliando la tv pubblica riducendola allo stato attuale”.

di Alberto Maggi