Expo, il budget 2012 è un incubo fondi sufficienti solo per sei mesi.
(da Repubblica)
È rimasto l’ostacolo più grande sul cammino dell’Expo che, adesso, vuole correre e recuperare il tempo perduto: un vincolo, quello del governo alle spese per la gestione della società, che segna ormai un orizzonte sempre più breve. Se non verrà eliminato quel tetto, la spa non avrà più ossigeno già dalla seconda metà del 2012. Ed è con questa incertezza che il consiglio di amministrazione dovrà approvare il budget del prossimo anno: 142 milioni di euro. Che rimangono appesi, però, a quel punto di domanda. Solo l’esecutivo potrà sciogliere il nodo, anche se la riunione della commissione di coordinamento che vedrà riuniti i ministri coinvolti nella partita e che il commissario generale Roberto Formigoni sperava potesse essere convocata già prima di Natale, non si svolgerà prima di gennaio. Ed è allora che, per Expo, arriverà il momento della verità.
È tempo di bilanci e nuovi obiettivi per l’amministratore delegato Giuseppe Sala. Sarà lui a tracciare il percorso nell’ultimo cda del 2011 e a chiedere certezze economiche ai soci locali. A cominciare dalla Provincia, che dovrà sciogliere la riserva sul versamento della propria quota: 10,2 milioni di euro. Una somma importante in un periodo di casse vuote che Palazzo Isimbardi lega anche alla possibilità di essere coinvolta concretamente nel progetto del 2015. Magari con la valorizzazione del “suo” Idroscalo o con l’entrata in campo di una sua società. Anche se arriveranno tutti i 142 milioni, però, rimane il tetto del 4 per cento alle spese di gestione. Con quel limite il plafond complessivo di 83 milioni si esaurirebbe entro la prossima estate.
Se il governo non lo toglierà, ha più volte ripetuto anche il Bie, sarà impossibile fare Expo. Ed è proprio alla cancellazione del vincolo che il cda dovrebbe subordinare il via libera al budget. E le strade e metropolitane legate al 2015? Per ora, al deputato pd Vinicio Peluffo che, durante un’audizione in commissione Attività produttive della Camera ha chiesto rassicurazioni sui ritardi dei collegamenti, il ministro delle Infrastrutture Corrado Passera si è limitato a rispondere: «Su Expo è previsto un pacchetto di infrastrutture di cui comunque la Lombardia ha bisogno in ogni caso e che vanno spinte».
Sul fronte del progetto a Rho-Pero, invece, la società ha lanciato un concorso internazionale di idee aperto a tutti gli architetti e i creativi: si cercano idee originali e sostenibili per i 67mila metri quadrati di spazi (63 milioni il valore delle opere) che dovranno ospitare servizi, ristoranti, aree di informazione, chioschi ed edifici più grandi per i 20 milioni di visitatori attesi. Strutture attrattive ed esteticamente originali, ma anche ecologiche e velocemente smontabili, visto che sono destinate a essere riciclate o riutilizzate.
Un’occasione per gli architetti che avranno tempo sino al 24 febbraio — non molto, ha sottolineato qualche professionista alla presentazione — per consegnare i progetti. L’interesse c’è: in 48 ore, il bando è stato scaricato 5mila volte. Sala ne è sicuro. E dice: «Guardiamo all’Expo come a un laboratorio sociale, culturale e progettuale unico, un luogo in cui dare risposte, indicare strade