il ministro dell’ambiente intervenga urgentemente sull’annosa vicenda della ex cava Ronchi – Baranzate (testo)

Al Ministro dell’Ambiente

Per sapere premesso che:

dalla metà degli anni ’50 al 1964 l’ex cava Ronchi sita nel comune di Baranzate (MI) fu autorizzata a cava di ghiaia e sabbia;

dal 1965 al 1969 la cava risultò funzionante senza autorizzazione, infatti dal 1966 “IL PRG di Bollate vincolò l’area a “zona per attrezzature pubbliche comunali, attrezzature per lo svago e manifestazioni all’aperto”, ma il Comune non diede mai inizio al procedimento di esproprio e parte dell’area venne data in locazione a terzi nella quale furono realizzata impianti abusivi di ammasso e trattamento di carcasse di veicoli a motore e di rottami di diversa tipologia;

tali fatti furono denunciati più volte sia al comando dei Carabinieri di Bollate, sia al Comune di Bollate, senza mai ottenere alcun intervento risolutivo;

nel 1970 la cava diventò un deposito abusivo di rifiuti con riempimento attraverso materiali da riporto, che durò fino al 1984 quando si raggiunse l’attuale livello del terreno;

dal 1970 al 1984 furono conferiti materiali inquinanti dalle industrie confinanti e da altre zone del Comune di Bollate e dal Comune di Milano in particolar modo chimica di base e di trasformazione, chimica organica e solventi, metalli, plastica, farmaceutica;

negli anni ’70 e ’80 si registrarono 24 attività abusive;

nel piano regionale di bonifica risultano 2120 aree contaminate di cui 560 aree selezionate per indagini, 25 interventi a breve termine e 1 ad alta priorità tra cui la cava Ronchi successivamente nel 2002 La Regione Lombardia approvava il piano regionale stralcio di bonifica delle aree contaminate nel quale la ex Cava Ronchi è presente :
a) nell’elenco dei siti inseriti nel programma degli interventi a breve termine;
b) nell’elenco dei siti per i quali il livello di informazioni disponibili ha consentito l’applicazione della metodologia Radar Ambientale ( non necessità di ulteriori indagini);
c) in quarta posizione (a livello regionale) nell’ordine di priorità tra i siti ricadenti nel primo ambito di intervento;
d) con una stima di oneri finanziari di Euro 1.053.572 per messa in sicurezza d’emergenza (recinzione e sistemazione della viabilità interna), Euro 19.831.945 per messa in sicurezza permanente ( corrispondente alla spesa prevista dal progetto Tecnobios) e di Euro 242.735 per ripristino ambientale;

nel Novembre 2003 il Comune di Bollate incaricò lo Studio Tedesi di Milano a sviluppare un Progetto preliminare per la messa in sicurezza dell’area ex Cava Ronchi che si basa sui dati preesistenti e sui risultati dell’indagine effettuata nel luglio 2003 dalla ditta Globo Service, nella quale risultava:
a) 500.000 tonnellate di rifiuti e terreni inquinati;
b) inquinamento locale a diretto contatto con la falda;
c) elevata criticità dell’area per la presenza di un campo nomadi;
d) necessità di costruzione di un muro di recinzione perimetrale;
e) necessità di costruzione di una serie di nuovi piezometri/pozzi di monitoraggio della falda;
f) necessità di deviazione e by-pass del collettore fognario nel frattempo costruito ed interrato su pali in calcestruzzo approfonditi fino a circa 18-20 metri di profondità;
g) 2 lotti funzionali d’intervento che prevedono: lo scavo e la movimentazione selettiva dei materiali, il loro trattamento in loco ed il successivo ricollocamento dei rifiuti non pericolosi, previa la realizzazione di idonei sistemi di isolamento di fondo e di superficie del corpo rifiuti, lo smaltimento dei rifiuti pericolosi;
h) una stima di spesa di Euro 38.400.000 inclusa IVA;
i) una durata di 8 anni di lavoro.
Il progetto inoltre presenta, scartandole, due ulteriori soluzioni:
1) asportazione e smaltimento fuori del sito dei rifiuti e dei terreni inquinati con una stima di spesa di Euro 80 milioni inclusa IVA;
2) messa in sicurezza permanente mediante incapsulamento dei rifiuti e dei terreni inquinati con una stima di spesa di Euro 30 milioni inclusa IVA.

nel 2004 il comune di bollate, con delibera n.131/2004, vara il progetto per la messa in sicurezza del sito;

il 22.05.04 con legge regionale n.13 si istituisce il comune di Baranzate.

Il 03.01.06 il sindaco del comune di baranzate emette l’ordinanza n.1/2006 con la quale si ingiunge agli Eredi Elena ecc. Ronchi a prestare, entro 20 giorni dal ricevimento del presente atto, polizza fideiussoria a favore della Regione Lombardia, per euro 11.700.000,00 pari al 30% del costo di bonifica e risarcimento danni all’ambiente, la quale ricorre al TAR LOMBARDIA contro l’ordinanza n.1/2006 emessa dal Sindaco del Comune di Baranzate;

il TAR LOMBARDIA, con sentenza n.1278/06, respinge il ricorso n. R.G. 871/06 di Elena Ronchi contro l’ordinanza n.1/2006 emessa dal Sindaco del Comune di Baranzate;

Il 24.01.07 – Il Tribunale di Milano emette la SENTENZA (Sentenza n.869/07 – Repertorio n.750/07) di condanna degli eredi ronchi “per fatti d’inquinamento riferibili a soggetti autorizzati dai proprietari od operanti con la tolleranza dei medesimi”. Gli EREDI RONCHI sono condannati al “risarcimento del danno ambientale (art.18 legge 349/86) cagionato dalla compromissione dell’area di loro proprietà …………..rimettendo la liquidazione dei danni a separato ed autonomo giudizio”. Le spese legali sono “compensate tra le parti”, quelle di perizia tecnica sono a carico dei condannati;

Il 27.02.07 Il Comune di Baranzate emette l’ORDINANZA n.7 contro gli Eredi Ronchi per l’esecuzione di interventi di messa in sicurezza dell’area di loro proprietà denominata “ex Cava Ronchi” e precisamente: opere di pulizia mediante lo smaltimento dei rifiuti, spianatura dell’area, chiusura della breccia nel muro di cemento armato di recinzione con la messa in opera di una lastra d’acciaio di tipo carrabile, adozione di preparate squadre di controllo che garantiscano un presidio dell’area e quindi l’effetto deterrente nei confronti di utilizzo abusivo dell’area, predisposizione di attrezzature di pronto intervento quali estintori carrellati e manuali a polvere, predisposizione entro 15 giorni dalla notifica di un dettagliato cronoprogramma dei lavori richiesti con l’esecuzione degli stessi in 60 giorni. In caso di inottemperanza il Comune eseguirà d’ufficio i lavori come richiesto dalla Regione Lombardia procedendo in danno dei soggetti obbligati;

Il 27.02.07 Il T.A.R. Lombardia emette la SENTENZA n.364 sui ricorsi 952/2006 e 953/2006 presentati dagli Eredi Ronchi contro il Comune di Baranzate e la Regione Lombardia PER L’ANNULLAMENTO , previa sospensione dell’esecuzione, DEGLI ATTI DEL COMUNE DI BARANZATE . I suddetti ricorsi sono stati accolti per la violazione da parte del Comune di Baranzate dell principio partecipativo prescritto dalla legge n.241 del 1990. Infatti i Ronchi lamentano di essere stati esclusi dalla partecipazione al provvedimento, non avendo potuto in tal modo contribuire a fornire elementi utili alla scelta della pubblica amministrazione;

Il 20.03.07 Gli Eredi Ronchi presentano RICORSO AL T.A.R. contro il Comune di Baranzate e la Regione Lombardia per l’annullamento dell’Ordinanza n.7 del 27.02.07 del Comune di Baranzate per l’esecuzione di opere di messa in sicurezza dell’area, che emette l’ordinanza n.468/2007 per la sospensione parziale dell’ordinanza del comune di baranzate n.7 del 27.02.07 per l’esiguita’ dei tempi imposti e per l’eccesso delle prescrizioni;

Il 18.04.07 Il Comune di Baranzate emette l’ORDINANZA n.23 per l’esecuzione di interventi di messa in sicurezza dell’area entro 120 giorni dall’ordinanza, successivamente il 24.05.07 Gli Eredi Ronchi presentano RICORSO AL T.A.R. contro il Comune di Baranzate e la Regione Lombardia per l’annullamento dell’Ordinanza;

quali iniziative urgenti intenda intraprendere affinchè il sito ex Cava Ronchi del comune di Baranzate sia messo in sicurezza e come intenda intervenire per bonificare per evitare conseguenti danni per la salute dei cittadini;

se sia stata coinvolta e con quale ruolo l’ Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Lombardia, e quale sia la tempistica reale per dirimere questa annosa vicenda;

On. Vinicio Peluffo
On. Raffaella Mariani
On. Ermete Realacci