Intervista Peluffo: A vantaggio di chi la proposta per l’elezione diretta del Presidente della Repubblica?
Elezione diretta del presidente della Repubblica, con sistema a doppio turno: il presidenzialismo, o semi presidenzialismo ispirato al modello francese, è ormai una scommessa anche del Pd.
È stata presentata ieri, da alcuni esponenti del partito di centro sinistra, una nuova proposta di legge per dare all’Italia un impianto presidenzialista: la riforma, che prevede 11 articoli, mira all’elezione diretta del Capo dello Stato a suffragio universale diretto e a maggioranza assoluta dei votanti.
Sono molte le novità introdotte da questa proposta di legge: prima su tutte l’idea dell’abbassamento da 50 a 35 anni dell’età minima necessaria per poter essere candidato al Colle. Ma cambierà anche la durata del mandato: diventa di 5 anni ed il Presidente non potrà essere rieletto. Alla luce di queste novità, il Capo dello Stato non sarebbe più “uomo al disopra delle parti” e dunque perderebbe la presidenza del Csm che, in questo modo, sarebbe chiamato ad eleggere il presidente fra i componenti designati dal Parlamento.
È dal ’97 che si discute sul passaggio dalla forma di governo parlamentare alla forma di governo presidenziale o semi-presidenziale: fu, in principio, l’accordo sulla bicamerale voluto da Massimo D’alema e Silvio Berlusconi ad affrontare il tema di riforma della legge costituzionale; in questi mesi è rimbalzato spesso alle cronache, in compagnia della riforma di revisione sulla legge elettorale.
Ma molti sostengono che questo nuovo modello presidenziale sia l’ennesimo tentativo di Berlusconi di rimanere sulla scena pubblica, d’evitare le probabili condanne nei vari processi in cui è imputato e di restare leader incontestato della politica italiana.
Abbiamo chiesto chiarimenti all’onorevole Vinicio Peluffo, primo firmatario del testo presentato ieri alle Camere.
In cosa la proposta si differenzia dal modello sponsorizzato dal Pdl e cos’ha in comune con le idee del Pdl?
Il Pdl insiste, semplicemente, sull’elezione diretta del presidente della Repubblica. Bene. Noi pensiamo che a questa proposta si debba accompagnare anche la legge elettorale ed un sistema di “pesi e contrappesi”. Nella nostra riforma indichiamo, espressamente, che bisogna fare anche una legge sul conflitto d’interessi: qui c’è di sicuro la differenza con il Pdl. Loro poi decideranno, ma su questo siamo intransigenti: è un elemento essenziale della proposta.
Il deputato del Pd Gianclaudio Bressa (membro della commissione affari costituzionali), ha ieri affermato che il testo della riforma è “tecnicamente improvvisato”…
La legge proposta alla Camera ieri è stata presentata il 18 marzo e riprende temi e i contenuti, in maniera identica, ad una proposta che avevamo già presentato nella precedente legislatura, quindi circa un anno e mezzo fa. È stata frutto di un lavoro di esperti e parlamentari. Bressa non ha criticato la legge lo scorso anno, non capisco perché l’abbia condannata ieri: si può essere d’accordo o in disaccordo nel merito di questa proposta, ma non si può trattare con sufficienza la tecnica con cui è stata redatta.
L’onorevole Bressa ha anche affermato che ignoriamo la discussione in atto in Francia, sui problemi del sistema di Balladour: noi, però,c’ispiriamo al modello semipresidenziale di Hollande.
Non ha tenuto in considerazione la nostra reale posizione.
Cosa risponderebbe invece, a chi sostiene che la riforma sia solo un “gioco” nelle mani di Berlusconi, che intende essere eletto presidente della Repubblica?
Le modifiche della Costituzione non possono essere fatte a favore o contro qualcuno. Discuteremo in Parlamento delle nostre necessità e delle proposte del Pdl, ma, ripeto, non è assolutamente una proposta di legge volta a favorire nessuno.
Il modello che intendete adottare, le sembra consono a risolvere i problemi politici italiani? Non è necessario, come ha affermato Renzi, che bisogna prima pensare ad una riforma elettorale?
Sono assolutamente convinto e d’accordo sul cambiamento del porcellum. Ma torniamo sempre allo stesso punto: bisogna proporre concretamente delle modifiche, non limitarsi semplicemente a discutere. Noi offriamo, a questa discussione in atto, una proposta concreta che, da altri, non mi sembra sia ancora arrivata.
(da L’Indro – Approfondimento Quotidiano)