«In disaccordo con Di Pietro, ma le alleanze si fanno su altro»
Vinicio Peluffo, deputato del Pd, membro delle commissioni parlamentari Attività produttive e Vigilanza Rai, accoglie senza riserve l’invito di un ammorbidimento del dibattito politico dopo l’aggressione subita da Silvio Berlusconi: «Mi ritrovo nelle parole che ha pronunciato il presidente della Repubblica, che ha espresso la sua solidarietà politica e istituzionale, così come condivido il suo appello a ricondurre il dibattito politico all’interno di una corretta dialettica».
Qualcuno ha però voluto fare comunque dei distinguo, sottolineando come anche il linguaggio del premier a volte sia stato “violento”.
«Io credo che l’impegno debba esserci da parte di tutti, maggioranza e opposizione. Del resto la democrazia non è assenza di differenze, ma è fondamentale il ripudio della violenza, e questo è l’impegno da parte di tutti. Credo che i toni debbano essere diversi rispetto a quelli usati nelle settimane appena passate, dove c’è stato un accentuarsi della conflittualità istituzionale. L’impegno deve essere preso da parte di tutti, anche da parte del presidente del Consiglio».
In casa Pd c’è chi come Bersani ha condannato in toto il gesto, ma chi, come la Bindi, ha posto il classico “ma”. C’è una spaccatura interna?
«Non ci sono ambiguità rispetto alla condanna del gesto. Mi sembra che il concetto richiamato da Rosy Bindi sia che l’impegno di abbassare i toni debba essere preso anche dal premier, ma questo non vuole dire giustificare in nessun modo quanto è avvenuto».
L’Idv, per bocca di Di Pietro, è stata l’unica voce fuori dal coro, creando l’ennesima “dissonanza” con la vostra presa di posizione. Potrebbe essere il preludio a un ulteriore allontanamento fra Pd e Idv?
«Io rispondo delle dichiarazioni fatte dal mio partito, e credo che il segretario Bersani sia stato chiaro con la sua visita al San Raffaele. Non condivido le dichiarazioni che ha fatto Di Pietro, di cui si assume la responsabilità, ma il piano delle alleanze è un piano diverso e non va collegato ad altro. Cerchiamo piuttosto di capire i perché di questo gesto».
Secondo lei, pur nella sua follia, questo gesto può essere inquadrato in un “antiberlusconismo” strisciante?
«Diciamo che forse questo Paese sta vivendo come altri e più di altri una crisi economica con un disagio crescente, che però non può fungere da molla per una cosa del genere».
Massimiliano Bordignon
fonte: http://www.corriere.com/viewstory.php?storyid=94927