Interrogazione al governo su crisi azienda ITALTEL
Al Ministro dello Sviluppo economico
Premesso che
il Gruppo Italtel s.p.a., uno dei maggiori player italiani nel settore delle telecomunicazioni, è presente in 25 Paesi nel mondo e progetta, sviluppa e realizza soluzioni per reti e servizi di nuova generazione basati su protocollo IP per circa 40 operatori internazionali;
il pacchetto azionario della società è attualmente detenuto da Telecom Italia con il 19,4%, da Cisco con il 18,4%, dai fondi Clayton Dublier & Rice con il 48,8%, Advent International con l’8,7% e Brera Capital con il 3%;
notizie di stampa dello scorso 22 giugno 2012 riportano di un imminente cambio all’interno del pacchetto azionario di Italtel, dovuto alle paventate intenzioni di Telecom Italia di cedere la propria quota, e di un interesse della compagnia cinese ZTE (Zhongxing telecom equipment), quinto maggiore gruppo al mondo per fatturato tra i produttori di sistemi ed equipaggiamenti per le telecomunicazioni;
Telecom Italia è attualmente il più importante cliente di Italtel, generando con le sue commesse oltre il 25% del suo fatturato annuo (107 milioni di euro sui 405 milioni complessivi), e dunque tale decisione riaprirebbe con forza la necessità di trovare un grande partner internazionale per rilanciare Italtel;
premesso inoltre che
i dipendenti di Italtel sono 1776, dei quali 1205 a Milano;
dal 2009 ad oggi sono usciti dall’azienda 637 persone, mentre i nuovi esuberi previsti da Italtel a novembre 2011 erano complessivamente 450, di cui 200 per il 2011 e 250 per il 2012;
in seguito all’accordo siglato lo scorso 14 dicembre 2011, i 250 dipendenti eccedenti sono stati assorbiti tramite la stipula di un CDS (contratto di solidarietà) per 1078 persone e la messa in Cassa integrazione straordinaria (CGIS ) di 200 persone per 9 mesi all’anno fino ad aprile 2013;
tra queste ultime, circa 170 erano già in CIGS, in base all’accordo firmato a gennaio 2011 finalizzato alla gestione dei 400 esuberi dichiarati nel 2010;
nel corso dell’incontro di venerdì 6 luglio 2012 tra i dirigenti, le parti sociali e un esponente del Mise, i vertici di Italtel hanno annunciato la necessità di tagliare ulteriori 500 dipendenti, per via dell’interruzione degli ammortizzatori sociali ad aprile e agosto del 2013;
considerato che
il fatturato dell’azienda a maggio 2012 risultava in calo di circa il 12% se confrontato lo stesso mese del 2012, e nel 2011 il fatturato annuale ammontava a 405 milioni di euro, a fronte dei 422 milioni del 2010;
il debito contratto da Italtel è arrivato all’ammontare di 330 milioni di euro, in aumento rispetto ai 230 milioni del 2010 per effetto della apertura di nuove linee di credito;
considerato inoltre che
il Governo, con il decreto legge 9 febbraio 2012 n. 5 sulle semplificazioni, ha istituito la cabina di regia per l’attuazione dell’agenda digitale italiana, cui è stato assegnato il compito di velocizzare la realizzazione degli obiettivi in essa contenuti predisponendo una serie di interventi normativi mirati e finalizzati allo sviluppo di nuove infrastrutture digitali e alla diffusione delle nuove tecnologie della comunicazione presso i cittadini, le imprese e la stessa Pubblica Amministrazione;
tra i sei assi in cui si articola l’Agenda digitale italiana, il gruppo di lavoro “Ricerca e investimenti”, finalizzato alla promozione di innovazione tecnologica e investimenti nelle infrastrutture di comunicazione elettronica, è stato assegnato ai Ministeri dell’Università e della Ricerca e dello Ministero dello Sviluppo Economico;
tale ambito appare particolarmente rilevante sia per la diffusione capillare delle infrastrutture e delle tecnologie elettroniche sia per il mantenimento e la crescita di aree industriali fondamentali per l’economia italiana;
si chiede di sapere
se trova conferma l’ipotesi di un avvicendamento azionario in capo a Italtel e, in caso affermativo, cosa intenda fare il Governo per verificare che tale l’avvicendamento sia finalizzato a sostenere l’azienda e promuoverne il rilancio;
quali azioni intenda intraprendere il Governo per la salvaguardia dei 500 posti di lavoro attualmente a rischio, anche in considerazione della strategicità dell’azienda e della cospicua riduzione del suo personale lavorativo avvenuta negli anni passati;
quali impegni intenda prendere sul percorso dell’agenda digitale italiana per scongiurare il rischio che la crisi di Italtel privi l’Italia, proprio nel momento fondamentale del lancio dell’agenda digitale che il Governo sta meritoriamente predisponendo, di un’azienda italiana leader nello sviluppo di servizi fondamentali per un settore strategico quale quello delle telecomunicazioni, indispensabile per l’innovazione e la diffusione delle nuove tecnologie, l’efficientamento dei costi, il decollo dell’economia digitale italiana e il conseguente rilancio dell’intero sistema-paese.
On. Vinicio Peluffo
On. Enrico Farinone