La mozione sul canone Rai che ho presentato per il Pd e la relativa dichiarazione di voto

La mozione (approvata)

La Camera, premesso che: come noto, già prima dell’entrata in vigore dell’articolo 1, comma 153, della legge 28 dicembre 2015, n. 208, l’importo del canone televisivo in Italia, pari a 113,50 euro annui, si attestava sotto la media europea, pari a 127,6 euro. Ben 12 Paesi europei avevano importi decisamente superiori al canone italiano. Ciò nonostante, il tasso di evasione stimato per il 2014, si attestava intorno al 27 per cento – per un importo complessivo non inferiore a 500 milioni di euro – contro una media europea, inclusa l’Italia, che si attesta attorno al 10 per cento;
    le significative innovazioni relative all’introduzione di un’ulteriore ipotesi presuntiva del possesso di un apparecchio televisivo in corrispondenza di un contratto di fornitura di energia elettrica e il conseguente inserimento dell’onere del canone nella bolletta sui consumi di energia elettrica, introdotte dalla citata disposizione della legge di stabilità 2016, consentiranno un decisivo recupero dell’evasione e, per tale via, un sensibile ridimensionamento dell’importo a carico dei contribuenti rispettosi della legge;
    con successivo decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, sentita l’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico, in via di emanazione e, a quanto risulta ai firmatari del presente atto di indirizzo, già inviato al Consiglio di Stato per il necessario parere, verranno definiti termini e modalità per il riversamento all’Erario dei canoni incassati dalle aziende di vendita dell’energia elettrica, le procedure di controllo sulla regolarità dei pagamenti, nonché le eventuali misure tecniche che si dovessero rendere necessarie all’introduzione di tale innovativo sistema di riscossione;
    nell’ambito della nuova disciplina sono regolate le ipotesi di esenzione e le procedure di autocertificazione relative al mancato possesso di apparecchi televisivi (che, secondo i dati Istat, riguarderebbe solo il 3 per cento degli italiani) pur in costanza della titolarità di un contratto di fornitura di energia elettrica, regolate secondo il regime ordinario previsto al riguardo dal decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445 (testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa);
    per quanto attiene all’individuazione delle tipologie di apparecchiature che fanno scattare l’obbligo del pagamento del canone, già la nota del Ministero dello sviluppo economico n. 12991 del 22 febbraio 2012, aveva chiarito che il pagamento del canone riguarda solo gli apparecchi atti o adattabili a ricevere il segnale audiovisivo attraverso la piattaforma digitale terrestre o satellitare, rimanendo esclusi gli altri dispositivi che utilizzano la rete internet;
    ulteriori chiarimenti e precisazioni riguardo alla questione delle tipologie di apparecchiature assoggettate all’obbligo del pagamento del canone potranno essere fornite con l’emanando decreto interministeriale di attuazione della citata disposizione di cui all’articolo 1, comma 135, della legge di stabilità 2016;
    il nuovo sistema di esazione del canone presuppone il coinvolgimento e la collaborazione di diversi soggetti, pubblici e privati, detentori di banche dati significative ai fini della puntuale applicazione delle nuove disposizioni, ai sensi dell’articolo 1, comma 156, della legge n. 208 del 2015, profilo che dovrà vedere un ruolo attivo di indirizzo e verifica da parte dell’Autorità garante per la tutela dei dati personali;
    alla luce delle suddette innovazioni normative, una situazione meritevole di specifica attenzione riguarda il caso dei cittadini italiani residenti permanentemente all’estero, e quindi iscritti all’Aire, i quali, non solo non hanno la residenza negli immobili posseduti in Italia, ma non usufruiscono per la maggior parte del periodo di imposta delle trasmissioni radio-televisive italiane nei suddetti immobili,

impegna il Governo: ad adottare con la massima sollecitudine il decreto interministeriale attuativo del nuovo regime di pagamento del canone Rai, chiarendo i punti sinora rimasti incerti e sui quali si stanno montando campagne allarmistiche e di disinformazione;
   ad assumere iniziative per chiarire ai cittadini che il canone è dovuto per il possesso di un apparecchio TV in grado di ricevere il segnale digitale terrestre o satellitare, direttamente o tramite uno strumento esterno;
   a valutare la possibilità per i prossimi anni, tenendo anche conto che è necessaria una modifica legislativa, di assumere iniziative normative volte a considerare a favore dei cittadini italiani residenti permanentemente all’estero ed iscritti all’Aire l’esenzione o la riduzione del canone Rai sugli immobili da essi posseduti in Italia, ove siano presenti le presunzioni fissate dal regio decreto-legge n. 246 del 1938, a condizione che non siano locati o dati in comodato d’uso, così come proposto con apposito ordine del giorno nel corso dell’esame della legge di stabilità 2016;

a valutare l’opportunità di differire, in prima applicazione, i termini di presentazione della dichiarazione di non detenzione degli apparecchi televisivi;

ad informare periodicamente il Parlamento sull’andamento del nuovo sistema di applicazione ed esazione del canone radio-televisivo, in particolare con riferimento agli effetti sul contrasto del fenomeno dell’evasione del medesimo e alle procedure di condivisione delle diverse banche dati, nel rispetto del diritto alla privacy degli utenti.

 

La mia dichiarazione di voto

Presidente, rappresentante del Governo, colleghi deputati, ho ascoltato con la dovuta attenzione gli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto, e tra questi la collega onorevole Ruocco, che nel suo intervento ha esulato dal merito della stessa mozione che lei ha presentato. Per questo mi sembra utile innanzitutto ricordare alcune cose. 
  La prima: il canone è il più basso in Europa, e questo già prima dell’intervento del Governo; ossia, i 113,50 euro erano più bassi della media europea di 127,60. Il canone in Italia è il più evaso in Europa: basta ricordare le stime per il 2014 di un tasso del 27 per cento, a fronte di una media europea del 10 per cento. 
  È anche utile chiarire che quando parliamo di extra gettito non parliamo di un aumento, ma parliamo di recupero dell’evasione, stimata annualmente intorno ai 500 milioni di euro, una cifra di grande rilievo; vedremo, poi, quanto effettivamente sarà il recupero. Quello che è certo, Presidente, è che il Governo ha ridotto il canone a 100 euro, consentendo di pagare meno, pagando finalmente tutti. E con il meccanismo previsto dalla legge di stabilità si aumenta anche la fascia di esenzione con il recupero del canone evaso. È altrettanto necessario ricordare che l’intervento sul canone è uno degli impegni presi dal Governo in materia di riforma complessiva del sistema pubblico radiotelevisivo circa un anno fa: la riforma del sistema di governance che è stata completata lo scorso anno e la riforma del canone, che è il secondo passo. Si tratta, quindi, di un Governo che mantiene gli impegni. Poi il prossimo passo è il rinnovo della concessione che, come annunciato, sottosegretario Giacomelli, alla Commissione trasporti al Senato, avverrà a partire da una consultazione pubblica che avevamo previsto proprio nella riforma della governance RAI. Le mozioni dell’opposizione, quelle del MoVimento 5 Stelle, di Forza Italia e della Lega, mettono in discussione il provvedimento stesso di riforma del canone; strano, strano perché è una discussione già fatta, è una decisione già presa con la legge di stabilità, strano anche perché, con chi è stato tra i più strenui oppositori di questo provvedimento, penso, per esempio, agli operatori, alle associazioni delle aziende elettriche, di vendita dell’energia, adesso c’è una collaborazione piena e fattiva perché funzioni al meglio questo nuovo meccanismo di riscossione del canone. Allora, con queste premesse e con questo approccio abbiamo affrontato la discussione di queste mozioni e nel merito, innanzitutto, abbiamo chiesto di adottare con la massima sollecitudine il decreto interministeriale attuativo che, a quanto sappiamo, è al Consiglio di Stato, questo è stato sollevato anche da altri gruppi, bene, è utile per chiarire i punti rimasti incerti, è utile per fare giustizia di alcune campagne allarmistiche di disinformazione. Ho visto qualche giorno fa un giornale che scriveva: chi sbaglia l’autocertificazione va in galera; è falso, sbagliato, perché indicava come se si fosse introdotta una nuova norma ad hoc, si tratta di un’autocertificazione e come tutte le dichiarazioni che facciamo ci prendiamo la responsabilità per quello che dichiariamo, non per gli errori materiali, poi, certo che la sanzione deve essere proporzionata; è utile il decreto, è utile questo dibattito, è utile l’intervento del sottosegretario innanzitutto per chiarire che il canone è dovuto, soltanto, come ha ricordato, per il possesso della televisione; era già evidente a partire dalla nota del MISE del 2012, era utile ribadirlo, bene, lo ribadiamo. A proposito di autocertificazione, trattandosi di prima applicazione, noi chiediamo di differire – bene il parere positivo del Governo – i termini di presentazione della dichiarazione di non detenzione degli apparecchi televisivi, accorpando le scadenze per invio mediante raccomandata e quelle in via telematica. Abbiamo, poi, chiesto al Governo di valutare una modifica legislativa, perché nei prossimi anni si possa considerare per i cittadini italiani residenti permanentemente all’estero iscritti all’AIRE l’esenzione o la riduzione del canone RAI sugli immobili posseduti in Italia, alle condizioni previste dal dispositivo della mozione a cui rimando. Si tratta, guardate, di mantenere un impegno preso con un ordine del giorno già approvato da questo ramo del Parlamento nel corso della discussione sulla legge di stabilità del 2016 e, infine, chiediamo di informare periodicamente il Parlamento sul nuovo sistema di applicazione del canone; questo è un impegno presente anche in altre mozioni, questo impegno deve essere, in particolare e non solo, riferito al contrasto dell’evasione e alle procedure di condivisione delle diverse banche dati nel rispetto del diritto della privacy.

  Si tratta, Presidente, di un’attività, che noi sollecitiamo, di controllo del Parlamento, non per tornare indietro, come è stato indicato in alcune mozioni e anche nella dichiarazione dell’onorevole Baldelli, ma per andare avanti, meglio, nell’applicazione di questa riforma. Presidente, per questo complesso di motivazioni dichiaro il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico alla mozione che abbiamo presentato e alle altre su cui c’è parere positivo da parte del Governo.