Maroni: Criminali infiltrati tra manifestanti. Bersani: Movimento colpito al cuore.

(da La Repubblica)

Dalla politica, generale e unanime condanna delle violenze che hanno trasformato la protesta degli Indignati in una nuova pagina nera di guerriglia urbana a Roma. Il ministro dell’Interno Roberto Maroni esprime solidarietà alle forze dell’ordine e condanna con fermezza “gli atti di inaccettabile violenza ad opera di criminali infiltrati tra i manifestanti”. Il ministro, fa sapere il Viminale, “è rimasto in costante contatto con il prefetto e il questore di Roma che oggi nella Capitale hanno dovuto fronteggiare una situazione di ordine pubblico di inaudita violenza”. Maroni riferirà in Parlamento sull’accaduto la prossima settimana. Lo ha anticipato il sindaco di Roma, Gianni Alemanno.

“Violenze inammissibili”. E’ il duro giudizio espresso dal capo dello Stato Giorgio Napolitano sulle devastazioni e gli scontri di piazza oggi a Roma. Il presidente della repubblica ha seguito con preoccupazione lo svolgersi degli eventi, tenendosi in contatto con il capo della polizia Antonio Manganelli. “Il capo dello Stato – conferma Manganelli – ha voluto seguire da vicino l’evolversi della situazione. Le forze dell’ordine, in piazza per garantire la libera espressione di un democratico dissenso, si sono invece trovate a fronteggiare gruppi di teppisti criminali”. “Un pensiero grato – conclude il capo della Polizia – va in particolare ai 15 operatori di polizia feriti, che abbraccio con affetto insieme alle loro famiglie”.

Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, registra come un “segnale molto preoccupante per la convivenza civile” gli “incredibili livelli di violenza”. “Devono essere condannati da tutti senza remore – afferma ancora il premier -. I violenti vanno individuati e puniti”. Berlusconi ringrazia le forze dell’ordine, “che si sono impegnate a fondo per difendere e garantire la sicurezza e la libertà dei cittadini. Soltanto il loro equilibrio e la loro prudenza sono riusciti ad evitare più gravi conseguenze”.

Anche i presidenti di Camera e Senato, Gianfranco Fini e Renato Schifani, esprimono solidarietà alle forze dell’ordine. Schifani definisce “un segno profondo di inciviltà, che deve essere condannato duramente” la “barbarie” di una “guerriglia urbana scatenata a Roma da alcune frange di violenti”. Fini auspica che “i violenti siano individuati e rispondano nelle sedi dovute dei reati commessi ai danni della collettività”. “Hanno deturpato l’immagine di civiltà di Roma e dell’Italia e colpiscono anche tutti quei manifestanti che stanno cercando di rappresentare pacificamente le proprie ragioni” conclude la nota del presidente della Camera.

Il giudizio sugli scontri del segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, è di netta condanna: “I provocatori colpiscono al cuore le ragioni di un movimento che in tutto il mondo vuole esprimere liberamente un disagio e una critica all’attuale assetto dell’economia mondiale. E’ indispensabile, a questo punto, una condanna corale e inequivocabile di ogni atto di violenza e un rigoroso isolamento dai movimenti di chi si è reso protagonista di questi gesti inaccettabili”. “Bisognerà capire – aggiunge più tardi Bersani – come sia possibile che una banda di centinaia di delinquenti abbia potuto devastare, aggredire, incendiare e tenere in scacco per ore il centro di Roma”

“Inaccettabile” è l’aggettivo scelto anche dal segretario del Pdl, Angelino Alfano per definire la “manifestazione di violenza” in corso nella Capitale. “Il Paese per uscire dalla crisi ha bisogno di un governo che governi e di gente che, anziché sfasciare le vetrine, costruisca opere e faccia cose buone per il bene dell’Italia – dichiara Alfano -. Quando andremo ad elezioni le persone che resteranno a casa saranno molte meno di quelle che oggi i sondaggi dimostrano essere indecise”. “Speriamo che tutti – conclude – si dissocino per tempo e con la dovuta coerenza di gesti e comportamenti”.

Il presidente del Pd, Rosy Bindi, chiede fermezza contro i violenti. “Vanno individuati, perseguiti e condannati, per non compromettere le ragioni di migliaia di giovani che oggi in tutto il mondo manifestano il loro disagio e chiedono alla politica più attenzione al loro futuro”.

Il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, si rivolge direttamente a Pd e Idv: “Ci auguriamo che si dissocino da queste follie” afferma Cicchitto, parlando di uno “scenario di guerriglia urbana programmato e progettato. E’ evidente che la radicalizzazione dello scontro politico alla fine avrebbe potuto avere anche effetti di questo tipo”.

In una nota, la risposta di Antonio Di Pietro, leader di Idv. Che esprime “solidarietà alle forze dell’ordine” e vicinanza al “popolo degli indignati che ha manifestato pacificamente, ostaggio di un manipolo di delinquenti. Bisognava fermarli prima perché nomi e cognomi sono ben noti. Vogliamo escludere che siano stati lasciati liberi di agire. Chiederemo al governo di riferire in aula su quanto accaduto”. Come anticipato da Alemanno, il ministro dell’Interno Maroni riferirà in aula la prossima settimana.

Come Cicchitto la pensa anche il ministro della Difesa, Ignazio la Russa, secondo il quale i toni “troppo alti” della politica “contro il governo Berlusconi” possono aver offerto un alibi ai violenti. “Forse si sono sentiti legittimati, hanno trovato alibi, pseudo giustificazioni” dichiara La Russa da Washington, dove è in visita ufficiale.

Nichi Vendola, parla di “due manifestazioni” a Roma: “Una – afferma Il leader di Sel – è quella, meravigliosa, di centinaia di migliaia di persone che hanno lavorato per portare i loro simboli, per manifestare pacificamente lo spirito di rivolta contro un destino di precarietà”, l’altra “quella di minoranze di teppisti, di black block che sono in azione per togliere la scena agli ‘indignati’, per prendere loro la parola, e loro parlano bruciando auto e rompendo telecamere”.

“Macché indignados, a Roma hanno sfilato ‘sfigatos’, conniventi con i violenti: sapevano da tempo che i black block avevano pianificato la venuta da tutta Europa e sono stati silenti apposta” affermano in una nota congiunta i senatori della Lega Piergiorgio Stiffoni, Rossana Boldi e Sergio Divina, rivolgendo “l’invito ad alcuni leader dell’opposizione a stare ora molto più attenti quando parlando del governo evocano la guerra civile”.

Il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, si spinge a un parallelo tra la contestazione degli anni Sessanta e Settanta e gli Indignati. “Capisco il malessere dei giovani – dice il ministro -, ma non capirò mai un giovane che spacca e soprattutto porterò rispetto per quella grande maggioranza di giovani che non spacca ma costruisce. Non mi stupirei che un giorno diventassero finanzieri e banchieri come è successo per i loro padri negli anni Settanta”.

Via Twitter, il leader Udc Pier Ferdinando Casini scrive: “In una società libera e democratica gli indignati si ascoltano, i delinquenti si mettono in galera”. Il segretario Udc, Lorenzo Cesa, condanna le violenze: “Se c’è un modo per danneggiare la protesta dei giovani, questo è la violenza” afferma in una nota. “Bruciare le macchine, spaccare le vetrine e assaltare i poliziotti, che sono padri di tanti ‘indignati’ e forse ‘indignati’ anche loro, non è in alcun modo tollerabile. Gli indignati vanno ascoltati sempre, le violenze represse”.

Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno. “Sicuramente la stragrande maggioranza viene da fuori Roma – dichiara a SkyTg 24 -, poi vedremo quanti sono italiani e quanti di altri paesi europei. Purtroppo oggi a Roma abbiamo il peggio d’europa, soggetti molto pericolosi”. “Sono rimasto molto colpito dalla reazione della maggioranza dei manifestanti – aggiunge il sindaco -. Non era mai successo che vi fossero applausi al momento dell’intervento delle forze dell’ordine. E’ un’importante presa di coscienza per isolare i violenti. Si tratta di gruppi ben organizzati, isolati dai manifestanti”.

Il ministro degli Esteri Franco Frattini: “Gli indignati siamo noi per questi episodi di guerriglia urbana assolutamente inaccettabili, privi di ogni logica giustificazione. I violenti e gli estremisti vanno isolati e puniti”.

“Intollerabile” afferma in una nota il vicepresidente di Fli, Italo Bocchino, manifestando “solidarietà e vicinanza alle forze dell’ordine e ai cittadini della Capitale che hanno vissuto un pomeriggio di follia: una cosa non accaduta in nessuna altra capitale occidentale teatro delle manifestazioni degli indignados”. “Una manifestazione che poteva rappresentare l’indignazione di una generazione si è trasformata in una guerra civile per le strade di Roma”.

Condanna anche dai Verdi. “I black bloc sono professionisti della violenza e lo strumento in mano a chi vuole impedire il cambiamento che chiedono milioni di giovani e la stragrande maggioranza degli italiani” dichiara il presidente Angelo Bonelli.

Anche dalla Cgil giunge la “condanna totale dei gravissimi atti di violenza”. “Così si è voluto impedire ai tanti giovani e al disagio sociale” di potersi esprimere pacificamente, afferma una nota della segreteria nazionale che esprime “solidarietà a tutti coloro che hanno cercato di far svolgere una manifestazione che ha visto la partecipazione di tantissime persone. Ancora una volta si conferma che il discrimine è la non violenza”.

Per Maurizio Landini, segretario della Fiom, “si è trattato di una minoranza, violenta e organizzata che ha impedito una grande manifestazione di popolo”. Un atto “inaccettabile e una violazione della Costituzione” rincara il leader dei metalmeccanici Cgil, violenze che “non fanno altro che aiutare un governo all’agonia. Le persone che hanno manifestato pacificamente e che erano migliaia hanno dimostrato la necessità che questo governo vada via”.

Le filiali di alcune banche sono state uno dei primi obiettivi dei violenti. Corrado Passera, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, ammonisce: “Mai violenza e demagogia possono risolvere i problemi”. Ma Passera chiama pesantemente in causa anche la classe dirigente del Paese. “Ci sono tante ragioni di indignazione in Europa e nel nostro Paese: la disoccupazione, gli inoccupati, i sospesi dall’occupazione. Tutti, come cittadini, dobbiamo pretendere di più in termini di crescita sostenibile e in termini di creazione dell’occupazione. Ci vuole una regia, che spetta alla classe politica. Ma oggi il mondo politico appare estremamente distratto da altre cose e da una visione di brevissimo termine, che non è il modo per fare poi occupazione nel tempo”.

Molto rammaricato Mario Draghi, che prima della manifestazione si era detto vicino alle ragioni della protesta 1 giovanile. Gli scontri a Roma sono “un gran peccato” dichiara il governatore di Bankitalia da Parigi, al termine del G20 finanziario. Prima degli scontri, Draghi aveva dichiarato: “Se la prendono con la finanza come capro espiatorio e li capisco”, esprimendo l’auspicio che “la protesta non degenerasse”.

Per Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista, “la grande e pacifica manifestazione” è stata la “vittima sacrificale di qualche decina di imbecilli incappucciati che il corteo ha contrastato come ha potuto”. Ferrero critica piuttosto una “gestione assurda dell’ordine pubblico che ha ricordato le peggiori pagine di Genova”.

Bufera in Rai. Nelle ore della guerriglia si scatena una bufera anche in casa Rai. Si comincia con l’attacco del Pdl a Rainews, colpevole, secondo Alessio Butti, capogruppo Pdl nella Commissione parlamentare di vigilanza Rai, di minimizzare scontri e danneggiamenti nella sua copertura giornalistica. “La diretta di Rainews – denuncia Butti – è inaccettabile e offende la storia della Rai. Mentre scorrono le immagini di devastazioni, di scontri e di guerriglia urbana si fa di tutto per minimizzare”. “Cosa diranno adesso Zavoli e Garimberti – aggiunge Butti -, così solerti nell’intervenire in censure e critiche nei confronti del Tg1 e del direttore Minzolini? O Mineo (direttore di Rainews, ndr) gode di immunità aziendale?”.

A difesa dell’operato di Rainews, oltre al Cdr della testata, interviene Giorgio Merlo, vicepresidente della Commissione di vigilanza Rai. “L’informazione di Rainews è stata corretta e non faziosa. La polemica del Pdl è priva di fondamento, anche perché si è parlato di una grande manifestazione popolare dove era francamente difficile nascondere le scene di violenza e di guerriglia”. Rincara Vinicio Peluffo, deputato del Pd e membro della Commissione di vigilanza Rai, denunciando a sua volta la strumentalizzazione. “Nel Pdl non poteva mancare chi tenta di usare anche questo evento per attaccare Zavoli e Garimberti e per difendere l’indifendibile Minzolini”.

Di fronte alla reazione, Butti corregge il tiro con una parziale retromarcia. “Non hanno visto la diretta di Rainews dall’inizio della manifestazione, quando si minimizzavano gli scontri. Tutto ciò conferma che le mie critiche erano giuste e infatti nel corso della trasmissione c’è stata una correzione di rotta dei servizi e del tono delle stesse analisi in studio ed in strada”.

Nelle stesse ore al Tg1 scoppia un altro caso. La redazione avrebbe voluto allestire una diretta e degli speciali sulla manifestazione di Roma ma, denuncia il Cdr, la richiesta è respinta dalla Rai. “Abbiamo chiesto all’azienda spazi per edizioni straordinarie o almeno finestre informative, ma i responsabili aziendali hanno respinto la richiesta del Tg1 e stanno continuando a mandare in onda programmi registrati. Possiamo fare la diretta solo sul nostro sito internet”.

Al documento del Cdr replica una nota ufficiale della Rai, secondo cui tutte le richieste per “le dirette e le edizioni speciali avanzate dai direttori delle maggiori testate” sono state “immediatamente autorizzate”. “Anche il Tg1, intorno alle 18.00, è andato in onda come richiesto – si precisa -. Non capiamo le esternazioni di chi sostiene che l’Azienda avrebbe negato tali spazi. La conferma si può avere dagli stessi direttori dei Tg”.