Pd, cresce il fronte anti sciopero. Peluffo ed altri firmano una lettera a Susanna Camusso
(da Il Corriere della Sera)
ROMA – Anche Sergio Chiamparino, un sessantenne che piace molto ai giovani del Partito democratico, ritiene che sia un errore lo sciopero generale proclamato dalla Cgil per martedì 6 settembre. Chiamparino, ex sindaco di Torino, si trova sulla lunghezza d’ onda dei tre deputati quarantenni che hanno scritto il documento «Non ora», per chiedere ai dirigenti Cgil di non fermare il mondo del lavoro prima della discussione in Parlamento sulla manovra economica. «Quel documento – dice Chiamparino – lancia un sasso nello stagno». E prosegue: «Sono anni che al ripetersi di manovre finalizzate a risanare la finanza pubblica le risposte sindacali oscillano fra la ricerca di tavoli di confronto e concertazione da parte di alcune sigle e la proclamazione di scioperi generali da parte di altre, in particolare della Cgil. Non si può sfuggire a un dato, e cioè che i lavoratori italiani, in particolare quelli dell’ industria, sono fra coloro che hanno salari e stipendi più bassi a livello europeo, e al contempo l’ industria italiana è anche quella che ha una produttività fra le più basse. Evidentemente c’ è qualcosa che non va». Chiamparino ricorda che a fine giugno Cgil, Cisl e Uil hanno firmato un accordo unitario con Confindustria: «Stupisce e preoccupa il fatto che non sia stato fatto uno sforzo per andare avanti e non siano state trovate – e forse nemmeno sufficientemente cercate – forme unitarie sul piano della mobilitazione, tali da poter incidere efficacemente su una manovra che rischia di uscire dal Parlamento insufficiente ai fini finanziari e pesantemente iniqua dal punto di vista sociale». Lentamente, intanto, crescono le adesioni al documento contrario allo sciopero. Ai primi promotori, Stefano Esposito, Antonio Misiani e Antonio Boccuzzi, si sono aggiunte altre firme: Emanuele Fiano, Sandro Gozi, Vinicio Peluffo, Paola De Micheli, Francesco Boccia. Il documento viene in gran parte da deputati vicini alla segreteria del Pd, ma Bersani mantiene una linea diversa, linea di «rispetto» nei confronti del sindacato. Una delegazione pd sarà in piazza il 6 settembre, come sarà «al fianco di tutti coloro che protesteranno contro la manovra». Di sicuro Bersani avrebbe preferito condurre la battaglia alle Camere senza questo forte pungolo del sindacato più a sinistra, ma avrebbe anche preferito che il partito restasse più compatto riguardo allo sciopero Cgil. Il segretario questa mattina sarà al meeting di Comunione e liberazione, a Rimini. Una visita «in forma privata», proprio nella giornata che vedrà la partecipazione a un dibattito del ministro per l’ Economia Tremonti. Bersani, assieme al vicesegretario Letta, è nel Pd il dirigente che da molti anni coltiva i rapporti più stretti con quel movimento cattolico. Da Rimini, nel pomeriggio, il segretario si sposterà a Pesaro (una manciata di chilometri) per l’ inaugurazione della sua Festa democratica. Come facevano i segretari del Pci ai tempi delle Feste dell’ Unità e poi quelli del Pds e dei Ds, Bersani farà un giro degli stand, visiterà le cucine, saluterà i volontari. I dibattiti sono all’ insegna dell’ «Italia di domani», anche se l’ attualità parla soprattutto di manovra economica, di sciopero generale e anche dell’ inchiesta di Milano che tocca Penati e il Pd. Ci saranno, da oggi all’ 11 settembre, Veltroni e Amato, Franco Marini e Susanna Camusso, Fioroni e Di Pietro, Bindi e Casini, Franceschini e Vendola, Finocchiaro e Bonanni, D’ Alema e Bocchino. Unico rappresentante del governo a intervenire sarà il ministro dell’ Interno Maroni, giovedì 1° settembre. Erano stati invitati anche Tremonti, Frattini e Alfano, ma hanno gentilmente risposto di non poter onorare l’ invito, a causa di altri impegni.