“Peluffo ad Affari: ‘Il Pd si appropri della discussione sul futuro delle aree'”
(da Affaritaliani.it) – Vinicio Peluffo capogruppo PD in commissione vigilanza Rai alla Camera torna a parlare con Affaritaliani.it della situazione di Expo che ha seguito fin dal principio e si sofferma sul ruolo che il suo partito deve avere: “Il Pd si appropri della discussione sul futuro delle aree. Dobbiamo mobilitare l’opinione pubblica e coinvolgere i cittadini”
Lei, intervistato da Fabio Massa su Affari, il 30 settembre 2008 affermava “non possiamo perdere neanche una settimana se no Expo diventa il più grande ingorgo della storia”. Cosa è successo, chi non le ha dato retta?
Oggi è il segretario generale del Bie (bureau international des exposition) ad affermare che Expo ha accumulato ritardi per problemi di governance, perdendo tempo fino all’insediamento del governo Monti. Sono stati persi anni fondamentali di pianificazione e organizzazione per utilizzare le vie ordinarie a causa dei litigi furibondi tra Formigoni, la Moratti e Tremonti che ci hanno portato, oggi, dove non bisognava arrivare.
Si sarebbe dovuto impostare il lavoro allora per usare la normativa vigente, senza arrivare all’emergenza e dover usare i poteri speciali di protezione civile dati al commissario.
Ora tutto va fatto nella massima trasparenza con appalti online. Bene che Renzi abbia coinvolto Raffaele Cantone. Sarà anche l’occasione per fare il tagliando agli organismi di vigilanza insediati, verificarne il lavoro e costruire un vero raccordo per la regolarità.
Sarà sufficiente?
Credo di sì, credo sia responsabilità della politica e delle istituzioni garantire la realizzazione dell’Expo nella massima trasparenza perché senza questa non potrebbe esserci Expo.
Appalti truccati e mazzette portano all’arresto del numero 2 della società, stupito?
Stupito sì, ma è la dimostrazione che la magistratura ha continuato a fare il suo lavoro, quindi prosegua e lo faccia fino in fondo.
Lei ha vissuto e seguito politicamente tutta la vicenda Expo, si sente di dire io lo avevo detto, ma…
Il mio primo atto parlamentare è stato quello di chiedere che gli enti locali venissero coinvolti al tavolo di coordinamento e firmai una proposta di legge per costituire un coordinamento interforze che vigilasse sull’evento.
Per questo Stanca (allora A.D. di Expo spa) mi definì un gufo, per le mie domande su incertezze e ritardi.
Berlusconi sbagliò a scegliere Lucio Stanca?
Sbagliò la scelta soprattutto per il doppio ruolo di parlamentare e amministratore, lo dissi a Stanca più volte, ma non ci sentiva.
Pisapia ha sottovalutato il proprio ruolo per l’evento? doveva occuparsene di più e meglio?
Ricordo ancora il grido di allarme e richiesta di aiuto pronunciato da Pisapia all’assemblea di Assolombarda, quando disse “se il governo non dà garanzie, mi dimetto”. La risposta fu puntuale e Pisapia nominò due vice commissari, compiendo una scelta diversa rispetto alla governance precedente, per sua caratteristica personale, puntando sul lavoro di squadra e coinvolgendo tutti.
Credo che il gioco di squadra debba essere elemento caratterizzante con la responsabilità piena di tutti i soggetti e, in questo, Cantone può essere il valore aggiunto.
Bussolati afferma “abbiamo il dovere di stare in prima fila per garantire trasparenza” ma in questa prima ci sono troppi assenti.
Martedì a Milano abbiamo avuto il presidente del Consiglio e segretario del Partito Democratico che ha annunciato il massimo impegno. Il PD ha messo tutta la sua forza politica per la trasparenza, non vedo sfilacciamenti nel partito. È l’Italia il Paese che ospita. Per questo serve un grande coinvolgimento nazionale. Forse, come PD è la volta buona che veicoleremo questo messaggio.
Milano è spesso stato laboratorio politico anticipatore, oggi pare che il PD milanese non regga il ritmo di Renzi…
Sono convinto che il PD a Milano abbia una straordinaria possibilità di avere un ruolo per Expo a che questo aspetto sia stato trascurato a causa dei ritardi. C’è una questione che riguarda le aeree post Expo, parliamo di investimenti pubblici importanti, quindi si lavori all’interesse pubblico per valorizzare il dopo. Questa discussione deve diventare protagonista. Dobbiamo mobilitare l’opinione pubblica e coinvolgere i cittadini. La società Arexpo presenti un master plan e non abbia paura di confrontarsi con i cittadini e il PD deve essere protagonista di questa apertura.
La distanza di Roma dall’Expo era determinata dalla presenza ingombrante del duo Moratti Formigoni?
All’inizio indubbiamente c’è stata una sottovalutazione e il protagonista principale fu il livello di conflittualità all’interno del centrodestra che ha causato la perdita di tempo importante.
Quando Monti scelse di affidare Expo a un sottosegretario, coinvolse gli enti pubblici e accelerò i tempi, segnando il solco per il governo Letta che ha messo con energia la propria faccia. Oggi il Governo Renzi ha dato la forza e la spinta del presidente consiglio segnando un cambio di passo.
Cosa le sembra mancare rispetto al progetto con cui Milano vinse su Smirne?
In tutti questi anni è rimasto indietro il perché facciamo Expo, ovvero il tema “nutrire il pianeta energia per la vita” con il quale abbiamo convinto i delegati. Avevamo promesso che avremmo coinvolto l’ opinione pubblica sul tema. Così non è stato. Devono arrivare idee, partecipazione e coinvolgimento. Ho presentato una proposta di legge per la cooperazione allo sviluppo nel settore dell’acqua e mobilitare risorse pubblico/private per iniziative umanitarie in Africa. Expo deve tornare a questo spirito e viverne.
Sta prendendo una piega troppo commerciale?
Sono dell’idea che si debbano fare padiglioni belli e tecnologicamente avanzati ma è fondamentale cosa ci sarà dentro, il cuore palpitante dell’Expo è responsabilità di tutti.
di Andrea Radic