Peluffo: subito il progetto o si dovrà rinunciare.

immagine documentoVinicio Peluffo, deputato del Pd, sono passati 912 giorni dalla vittoria di Parigi e l’Expo non ha ancora i terreni su cui progettare il suo futuro. E’ precuppato?
Questa vicenda è l’ennesima dimostrazione di come il centrodestra abbia trasformato un occasione come l’Expo in risse continue, agli ultimi minuti di una partita complicata, ma sopratutto sbagliata fin dall’inizio. Mi riferisco alla scelta del comodato d’uso che non ha mai mostrato con chiarezza l’interesse pubblico. C’è una chiareza rispetto ad allora, però: per due anni e mezzo si è potuto dire – cerchiamo una soluzione, c’è tempo – Adesso di tempo non ce ne più.

Cosa si dovrebbe fare per uscire dall’ impasse? 

Moratti, Formigoni e Podestà hanno sulla coscienza mesi di immobilismo per scontri di potere. Ma ricordo che i soci pubblici di Expo sono quattro e che il governo ha la maggioranza nella società di gestione. Dovrebbero, tutti quanti, smetterla con questo stucchevole rimpallo di responsabilità e assumersi la responsabilità di avanzare una proposta se non vogliono che le loro rassicurazioni suonino come una presa in giro.

Crede che, a questo punto, l’ Expo sia a rischio? 

Devono essere loro a dirci se sono in grado di mantenere l’ impegno che l’ Italia si è preso di fronte al mondo. Noi continuiamo a credere che Expo si debba e si possa fare.

Secondo lei qual è la strada migliore per il nodo delle aree? 

Quella che indica l’ interesse prevalente pubblico. Tra le soluzioni proposte, mi sembra che la più lineare sia l’ acquisto. Sempre che il ministro Tremonti sia disposto a metterci i soldi.

E l’ ipotesi Ortomercato avanzata da Boeri?

È una proposta di grande generosità, che indica anche una possibilità di risolvere la situazione ai tempi supplementari, se non dovessimo arrivare in tempo all’ appuntamento con il Bie. Ma adesso siamo ancora negli ultimi minuti della partita e gli enti pubblici non possono esimersi dalla responsabilità di trovare una soluzione.

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