Referendum contro il Porcellum: sfondata quota 400mila firme

(da ‘Unità)

Chissà se è lo «stimolo» del referendum, per dirla con Bersani. Fatto sta che nelle ultime ventiquattr’ore, giusto mentre si viene a sapere che le firme per il quesito anti-Porcellum hanno raggiunto quota 400 mila, in Parlamento la discussione su una riforma della legge elettorale ha subito un’inedita accelerazione. Finora erano rimaste al palo tanto la proposta di legge presentata dal Pd (un sistema misto di proporzionale e maggioritario a doppio turno e con parità di genere), che la proposta di iniziativa popolare lanciata da Beppe Grillo col titolo «Parlamento pulito».
Ora, mentre si viene a sapere che ha firmato per il referendum anti-Porcellum anche Don Luigi Ciotti e che nel comitato referendario si dà quasi per certo che verrà raggiunto l’obiettivo delle 500 mila firme necessarie, la svolta, doppia. Anna Finocchiaro fa sapere nel primo pomeriggio che la conferenza dei capigruppo del Senato ha deciso di calendarizzare per il 27 la mozione presentata dal Pd per l’istituzione di una commissione speciale per le riforme istituzionali. «È ora di uscire dalla vaghezza e cominciare a discutere per davvero di riforme», dice la capogruppo del Pd a Palazzo Madama.

Poi, poco dopo che nel tardo pomeriggio Beppe Grillo lancia dal suo blog l’operazione «Svegliati Schifani» («Persino dopo la manifestazione del Cozza Day non ha sentito la minima necessità di una dichiarazione, fa la cozza in barile»), il presidente del Senato fa sapere che si sarebbe già mosso per assicurarsi che il ddl di iniziativa popolare abbia un suo iter parlamentare (una sollecitazione è arrivata in mattinata anche da Antonio Di Pietro con una lettera). Schifani ha chiesto al presidente della Commissione Affari costituzionali Carlo Vizzini di fornire tutti gli elementi in merito alla discussione del testo ed è possibile che già la prossima riunione dei capigruppo la proposta di legge venga calendarizzata.

«Dalle parole ora bisogna passare ai fatti», è la sollecitazione che arriva dal capogruppo dell’Idv al Senato Felice Belisario. Ma nell’opposizione ormai inizia a farsi strada la convinzione che di fronte alla spada di Damocle referendaria la maggioranza aprirà un confronto sulle proposte di legge presentate in Parlamento. Bersani da questo punto di vista si dice ottimista. Lo conferma incontrando nella sede del Pd alcuni giornalisti di testate tedesche in vista del viaggio che fa oggi e domani a Berlino (incontrerà il leader della Spd Sigmar Gabriel nell’ottica di una piattaforma programmatica comune dei progressisti europei). Il referendum, dice ai cronisti della Frankfurter Allgemeine Zeitung, della Suddeutsche Zeitung, della Berliner Zeitung, è uno strumento che va lasciato alla società civile ma il Pd pur non «mettendoci il cappello» ha favorito la raccolta delle firme perché è uno «stimolo» nei confronti del Parlamento e perché si è via via caricato di un significato anti-governativo (nell’opposizione si è fatta strada la convinzione che di fronte al rischio di un ritorno al Mattarellum, Pdl e soprattutto Lega preferiranno la strada del voto anticipato).

In tutte le Feste ci sono banchetti mentre negli stessi circoli del Pd i militanti stanno raccogliendo le firme. Parisi ironizza sulla frase di D’Alema («le firme le stiamo raccogliendo noi nelle nostre Feste e il merito se lo prenderanno altri, come spesso succede»): «Del suo personale apporto alla vittoria del referendum sarà dato conto». Ma nel fronte referendario tutti sono consapevoli che questi ultimi dieci giorni di raccolta delle firme (dal 25 le firme andranno poi spedite da tutta Italia a Roma) sono troppo delicati per aprire polemici fronti interni. Così si tengono bassi anche i toni su una proposta di legge per inserire il limite di tre mandati parlamentari presentata dal deputato Pd Dario Ginefra e sottoscritta tra gli altri da Francesco Boccia, Stefano Esposito, Fausto Recchia, Luciano Pizzetti, Antonio Boccuzzi, Alessia Mosca, Vinicio Peluffo e Federica Mogherini, che suscita qualche perplessità nello stesso centrosinistra.