RIFIUTI TOSSICI: PELUFFO, FARE LUCE SU STOCCAGGIO DA EX SISAS IN COMUNI LOMBARDIA

Il governo spieghi se esistono pericoli di inquinamento e per la salute dei cittadini nei Comuni lombardi dove sono state stoccate migliaia di tonnellate di rifiuti pericolosi provenienti dall’ex Sisas del Polo chimico di Pioltello-Rodano. Lo chiede il deputato del Partito democratico in commissione Attività produttive, Vinicio Peluffo, con un’interrogazione indirizzata al premier e ai ministri dell’Ambiente, dell’Interno, della Salute e degli Esteri, e che è stata depositata in Parlamento stamani.

I Comuni interessati sono Baranzate e Cornaredo in provincia di Milano, Saronno in provincia di Varese e Agnosine in provincia di Brescia. Peluffo chiede di sapere se “i luoghi di stoccaggio hanno l’autorizzazione per rifiuti tossici quali idrocarburi policiclici aromatici, solventi contaminati da mercurio e nerofumo”. In attesa di essere smaltita all’estero, è stata infatti lì conferita, rispettivamente presso Ecoltecnica , Gamma Recuperi, Solter e Vallesabbia Servizi, una parte dei rifiuti industriali dell’ex Sisas (complessivamente 179mila tonnellate di rifiuti non pericolosi e 91mila tonnellate di rifiuti tossici, per cui l’Italia è stata condannata dalla Commissione europea nel 2004 e rischia oggi una multa di decine di milioni in caso di mancato smaltimento).

In particolare, spiega Peluffo, “a Cornaredo sono stoccate 4mila tonnellate di pericolosissimo nerofumo con mercurio. La cosa singolare è che il nerofumo invece di essere trasportato direttamente dall’ex Sisas in Germania, dove è destinato a essere smaltito, alle spese dell’ignaro contribuente viene prima stoccato a Cornaredo dalla Gamma Recuperi e poi trasportato a Baranzate all’Ecoltecnica, dove rimane al massimo un paio d’ore prima di partire alla volta della Germania. A ciò si aggiunge – continua Peluffo – che la Gamma Recuperi srl, incaricata dal Commissario delegato del governo per la bonifica dell’ex Sisas a trattare i rifiuti del sito, è nata il 25 febbraio scorso dal conferimento di una società omologa, e attuale unico socio del cessionario, la quale sembra non avesse le caratteristiche per ottenere i permessi necessari per questo tipo di rifiuti. In più, la Ecoltecnica nel dicembre del 2003 è stata al centro di un’inchiesta sullo smaltimento irregolare di rifiuti speciali. Come riportato dalla stampa del tempo, i carabinieri avevano accertato l’ingresso di carichi di rifiuti pericolosi, che dopo una breve sosta uscivano classificati come normali grazie alla modifica dei formulari di trasporto”. Per questo Peluffo chiede, infine, di sapere se “gli appalti alle varie società siano a norma del ‘Codice dei contratti pubblici’ o se siano stati affidati in deroga alla legge tramite l’attivazione da parte del governo dei poteri commissariali”.