Testo e video interventi in aula On.le Fiano e On.le Peluffo, relativi all’interpellanza presentata al Ministro dell’Interno sulle vicende del Direttore Generale della ASL Milano 1 Pietrogino Pezzano.
PRESIDENTE. L’onorevole Fiano ha facoltà di illustrare l’interpellanza Peluffo ed altri n. 2-00950, concernente intendimenti del Ministro dell’interno in merito all’invio di una commissione di accesso presso l’azienda sanitaria locale Milano 1 (vedi l’allegato A – Interpellanze urgenti), di cui è cofirmatario.
EMANUELE FIANO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor rappresentante del Governo, insieme al collega Vinicio Peluffo – primo firmatario di questa interpellanza e che da molti mesi in quest’Aula si interessa e interpella il Governo – il sottoscritto e molti altri parlamentari del Partito Democratico – in particolare, molti dei firmatari della presente interpellanza sono stati eletti nella regione Lombardia – ci siamo più volte interessati di fenomeni concernenti lo sviluppo e la potenza relativi all’infiltrazione delle organizzazioni criminose nella regione Lombardia.
Peraltro, credo non sia sfuggito a nessuno – certo non sarà sfuggito al rappresentante del Governo – che quest’oggi tutti i giornali e i principali quotidiani nazionali titolino sulle risultanze della relazione della Direzione nazionale antimafia. Per tutti, cito il Corriere della Sera, il cui titolo recita oggi: «’ndrangheta, il dossier dell’antimafia. La Lombardia è stata colonizzata».
Rivolgiamo delle domande innanzitutto al Governo su un episodio specifico legato, però, ad una più vasta vicenda, che ha avuto come suo momento di forte emergenza, all’attenzione della pubblica opinione, l’inchiesta Infinito, che il 13 luglio dell’anno scorso ha portato all’arresto sul territorio nazionale, ed in particolare nelle regioni Lombardia e Calabria, di circa 300 affiliati all’organizzazione criminale denominata ‘ndrangheta, storicamente insediata nelle province della Calabria.
Citiamo nell’interpellanza, che il rappresentante del Governo avrà sicuramente letto, molte risultanze anche di quell’inchiesta, per lo meno per come noi le abbiamo lette così come sono state pubblicate su alcuni organi di stampa. Ci interessa conoscere l’opinione su alcune delle cose che citerò. In particolar modo, nel dispositivo finale dell’interpellanza, chiediamo l’invio di una commissione di accesso, ai sensi del combinato disposto degli articoli 143 e 146 del Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali, decreto legislativo n. 267 del 2000, presso l’azienda sanitaria locale Milano 1, al fine di accertare la sussistenza dei presupposti per la rimozione degli organi direttivi della medesima azienda sanitaria locale.
I fatti: il 23 dicembre scorso la giunta regionale della Lombardia, su proposta del presidente della stessa, onorevole Roberto Formigoni, di concerto con gli assessori Bresciani e Pag. 23Boscagli, ha varato le nomine dei direttori generali delle 15 aziende sanitarie locali e delle 29 aziende ospedaliere della Lombardia.
In questo elenco di nomine risulta, per l’azienda sanitaria locale Milano 1, la nomina a direttore del dottor Pietrogino Pezzano, già direttore dell’azienda sanitaria locale della provincia di Monza e Brianza negli anni scorsi, incarico che ha ricoperto tra il 2005 e il 2007, successivamente riconfermato tra il 2008 e il 31 dicembre 2010.
Il suo nome risulta implicato nell’inchiesta di cui facevo menzione prima, la cosiddetta inchiesta «Infinito» che portò, il 13 luglio scorso, ai numerosi arresti dei quali facevo menzione. Riporta, per esempio, un quotidiano di rilievo nazionale, lo cito letteralmente che: «Nelle carte dell’inchiesta è finito anche Pietrogino Pezzano, direttore generale dell’ASL di Monza, fotografato in compagnia di Candeloro Polimeno e Saverio Moscato, altri due personaggi considerati in odor di ‘ndrangheta – Moscato è nipote del boss Natale Iamonte – e per questo arrestati nel blitz. Pezzano avrebbe parlato di un appalto per condizionatori d’aria con un imprenditore mafioso arrestato, Giuseppe Sgrò. E sarebbe stato anche in contatto anche con Pino Neri». Costui, per chi conosce le vicende della ‘ndrangheta in Lombardia, è un personaggio molto noto nonché tra i partecipanti alla famosa riunione dei locali di Paderno Dugnano, filmata dagli organi di polizia nell’ambito dell’inchiesta di cui prima, molto legato a Chiriaco, direttore di un’altra ASL, quella di Pavia e in carcere dal luglio 2010 dopo il blitz seguito alla medesima inchiesta.
Un altro organo di stampa, Monza Brianza News, mentre prima ho fatto riferimento all’edizione milanese de la Repubblica – ovviamente cito tutto letteralmente, riferisco ciò che leggo e ovviamente non sono in grado di confermarlo, è piuttosto il Governo che potrà farlo -, riporta virgolettate delle interessanti intercettazioni che fanno riferimento all’attività, forse, presumibilmente, del dottor Pietrogino Pezzano.
Nel giugno scorso, Eduardo Sgrò, arrestato in base all’articolo 416-bis, parla al telefono con un ingegnere per un appalto di suo interesse nella struttura dell’ASL, l’ASL di cui si parla è quella di cui era direttore il dottor Pietrogino Pezzano. Poco dopo lo stesso Sgrò, è al cellulare con un Pag. 24malavitoso, Candeloro Polimeni, sempre per lo stesso affare. Dice Sgrò, poi arrestato: «Ho da fare un sopralluogo per un appalto ASL, per gli uffici di Cesano, Desio e Carate, vorrei vederti». Risponde l’ingegnere: «Il bando dell’appalto ce l’ha?». Di nuovo Sgrò: «Chiamiamo insieme il direttore generale» – ndr il dottor Pietrogino Pezzano – «che è amico mio, e ci fissiamo un appuntamento». Poco dopo, Polimeni dice: «Vedi di chiamare l’ASL stamattina». Risponde Sgrò: «Ho già chiamato e preso appuntamento». Trascorso un mese, di nuovo Polimeni al telefono questa volta con il dottor Pietrogino Pezzano: «Hai bisogno di me?». Risponde Polimeni: «Sì, quando vuole». Replica Pezzano: «Dove vengo?» Secondo quanto si legge negli atti depositati, un paio d’ore dopo, in un bar, Candeloro Polimeni, Pietrogino Pezzano e Saverio Moscato – il primo e l’ultimo implicati direttamente nell’inchiesta – si sono incontrati per discutere. Qualche giorno dopo Giuseppe Sgrò, fratello di Eduardo e anche lui arrestato, è al telefono con un altro dipendente ASL, responsabile della gestione patrimoniale: «Alle quattro può passare da me?». Sgrò: «Sì, in osteria?» Il dipendente: «Da me, è il dottore che vi vuole parlare». Sempre dagli atti, una settimana dopo, Pietrogino Pezzano è nuovamente al telefono con Giuseppe Sgrò, parlando di un trasporto urgente di piante da mandare in Calabria. Dice Pezzano: «Vi ricordate vi dissi che dovevo mandare delle piante con urgenza? Se potete andiamo a trovare quello…». Aggiunge Sgrò: «Sì, quello che fa le spedizioni, quando volete dottore». E Pezzano: «Vengo io a Desio, ci vediamo lì, perché io domani parto e vi devo dire dove andare a prenderle».
Ho citato direttamente da un quotidiano così potete andare a controllare, non sono in possesso delle carte dell’inchiesta ed ovviamente l’ho fatto perché ci interessa concludere il nostro giudizio su quanto leggiamo e fare in modo che il Governo ci dica se è favorevole alla nomina di una commissione di accesso, che è lo strumento principe per verificare le condizioni di dirigenza di quella azienda sanitaria locale alla luce di ciò che emerge da una serie di intercettazioni.
Aggiungo che – lo citiamo nell’interpellanza – e il rappresentante del Governo lo avrà sicuramente letto – il direttore dell’azienda sanitaria locale, Pezzano, ha nominato Pag. 25direttore sanitario della stessa il dottor Giovanni Materia, marito della dottoressa Strano, prefetto di Lodi, che aveva chiesto la revoca della scorta al consigliere regionale dell’Italia dei Valori, Giulio Cavalli.
Ad ottobre del 2010, il sostituto procuratore della direzione distrettuale antimafia di Messina, Angelo Cavallo, il magistrato, che conduce l’inchiesta sull’abuso d’ufficio, due ipotesi di falso e via dicendo, e che, nel 2006, consentì all’ex presidente del consiglio comunale di Messina Umberto Bonanno di essere assunto al policlinico di Messina, ha firmato otto richieste di rinvio a giudizio, tra cui una nei confronti del dottor Giovanni Materia, cioè colui il quale è stato nominato direttore sanitario dell’ASL di cui trattasi dal direttore generale di cui stiamo parlando, dottor Pietrogino Pezzano. Concludo affermando – altri fatti sono presenti nell’interpellanza e il rappresentante del Governo li può leggere – che ci sono tre elementi, secondo me, da mettere in evidenza. Abbiamo chiesto, come è nostro diritto, in più sedi, al presidente della giunta regionale della Lombardia la revoca di questa nomina. Mi si potrà dire che il dottor Pietrogino Pezzano non è al momento sottoposto a procedure di restrizione della libertà. Pur tuttavia emergono fatti gravi di frequentazioni, di conoscenze e di telefonate e la politica può intervenire anche prima di un giudizio finale, non per assegnare colpe o giudizi, che può assegnare solo la magistratura sulla base delle evidenze e dei riscontri tra quelle intercettazioni e fatti o conclamazioni di reati commessi. È proprio per questo che noi scegliamo la via di chiedere l’istituzione di quello strumento che solo può darci la certezza della verifica di ciò che avviene in quell’Azienda sanitaria locale Milano 1 dove alcuni, anzi i principali due dirigenti, sono, certamente, al centro di conoscenze ed intercettazioni che ne mostrano una vicinanza, una conoscenza, una frequentazione – non so scegliete voi le parole che ritenete più utili – che, se non sono ancora l’espressione di un reato commesso, sono pur tuttavia preoccupanti.
Da un lato, quindi, abbiamo svolto la nostra azione politica con la richiesta della revoca della commissione e, a tal riguardo, ricordo che non so quanti sindaci di comuni appartenenti all’ASL – non ricordo il numero esatto – hanno manifestato di fronte alla sede della regione Lombardia ed hanno raccolto firme per la revoca della nomina del dottor Pezzano. Oggi noi chiediamo, in questo Parlamento, al Governo, che ne ha la titolarità, di istituire una commissione di Pag. 27accesso per verificare la sussistenza dei presupposti per la rimozione degli organi direttivi della medesima Azienda sanitaria locale e lo facciamo anche alla luce dei continui e ripetuti allarmi che gli organi di investigazione specifici sull’andamento della criminalità organizzata in Italia danno sulla terribile, profonda e gravissima penetrazione che, oggi, le organizzazioni mafiose hanno nella nostra regione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l’istruzione, l’università e la ricerca, onorevole Guido Viceconte, ha facoltà di rispondere.
GUIDO VICECONTE, Sottosegretario di Stato per l’istruzione, l’università e la ricerca. Signor Presidente, in relazione all’atto di sindacato ispettivo presentato dagli onorevoli, concernente la nomina dei direttori generali delle 15 ASL e delle 29 aziende ospedaliere della Lombardia, si risponde, per la Presidenza del Consiglio dei Ministri, con gli elementi pervenuti dai Ministeri della salute, dell’interno e della giustizia. Conseguentemente, si fa presente quanto segue: in relazione alle vicende amministrative relative alla sanità lombarda e alla nomina degli organismi di vertice delle aziende sanitarie locali, da quanto comunicato dal Ministero della salute, si evidenzia che, ai sensi dell’articolo 6, commi 6 e 10, del decreto legislativo n. 502 del 1992, come modificato dall’articolo 1 del decreto-legge del 27 agosto 1994 n. 512, convertito nella legge n. 590 del 17 ottobre 1994, la nomina di direttori generali delle ASL rientra integralmente nelle competenze delle regioni e delle province autonome, come pure rientra nell’esclusiva competenza di detti enti territoriali, in base all’articolo 3-bis, comma 7, del decreto legislativo n. 502 del 1992 e successive modifiche ed integrazioni, la risoluzione del contratto dei direttori generali aziendali.
In particolare, in seguito a quanto fatto presente dal Ministero dell’interno, si precisa che, in data 23 dicembre 2010, la giunta regionale della Lombardia ha provveduto al rinnovo dei vertici della sanità lombarda e, in quell’occasione, il dottor Pietrogino Pezzano, già manager della ASL di Monza-Brianza, è stato nominato manager della ASL Milano 1. Il 18 gennaio 2011 il gruppo parlamentare dell’Italia dei Valori Pag. 28ha presentato, in regione Lombardia, una mozione con la quale ha chiesto al presidente della regione Lombardia e alla sua giunta di rivedere la nomina del dottor Pezzano a direttore generale della suddetta ASL.
Il Consiglio regionale ha respinto detta mozione.
Successivamente, il 27 gennaio l’assessorato regionale alla sanità ha sciolto le riserve ed ha comunicato, ai diretti interessati e alla stampa, i nomi dei nuovi direttori aziendali.
In data 28 gennaio i quotidiani Il Corriere della Sera e La Repubblica, nelle pagine di Milano, hanno riportato la notizia che il dottor Pezzano aveva scelto, come direttore sanitario della ASL Milano 1, il dottor Giovanni Materia, marito del prefetto di Lodi Peg Strano e fratello di Italo, ex procuratore della Repubblica di Reggio Emilia che, sino alla data del 31 dicembre scorso, ricopriva l’incarico di direttore sanitario dell’azienda ospedaliera di Desio e Vimercato (situata a nord-ovest di Milano), come già ricordato in un’altra risposta ad interpellanza urgente del Governo.
Il dottor Materia contattato al riguardo dai dirigenti generali dell’azienda ospedaliera di Melegnano e di Pavia, ha ritenuto inopportuno accettare l’incarico di direttore sanitario aziendale di quelle strutture per la loro contiguità con il lodigiano, in quanto la moglie ricopriva l’incarico di prefetto della provincia di Lodi.
Nella giornata del 1o febbraio scorso, il suddetto direttore sanitario Giovanni Materia ha formalmente rassegnato le proprie dimissioni.
Relativamente agli elementi informativi trasmessi al riguardo dalla procura della Repubblica presso il tribunale di Milano e dalla procura della Repubblica presso il tribunale di Messina, si fa presente che quest’ultima, nella persona del procuratore capo ha comunicato che «la vicenda richiamata nell’interpellanza si riferisce al procedimento penale n. 6991/08 R.G.N.R. (mod. 21), iscritto dalla Procura nei confronti di 8 indagati».
I reati contestati dagli inquirenti sono quelli di concorso in truffa aggravata, di concorso in falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in certificati o in autorizzazioni e di concorso in abuso di ufficio.
In data 22 ottobre 2010, così come precisato dal predetto procuratore, è stato chiesto il rinvio a giudizio di tutti gli imputati, per i reati loro rispettivamente ascritti.
Per quanto riguarda i fatti rientrati nella competenza della procura milanese, si fa presente che Pietrogino Pezzano è stato iscritto nel registro degli indagati, unitamente a numerosi altri soggetti, per il delitto di cui all’articolo 416-bis del codice penale nell’ambito del procedimento penale n. 43733/06 R.G.N.R.
La competente magistratura inquirente ha, successivamente, provveduto a formulare richiesta di archiviazione nei confronti del Pezzano, in seguito allo stralcio della sua posizione nel procedimento penale n. 72041/10 R.G.N.R.
In data 3 dicembre 2010, il Gip ha accolto la richiesta ed ha emesso decreto di archiviazione nei confronti del Pezzano.
Si segnala, altresì come riferito dal procuratore di Milano, che nell’ambito dell’originario procedimento penale recante n. 43733/06 R.G.N.R. gli inquirenti hanno evidenziato contatti del Pezzano con Sgrò E. (attualmente sottoposto a misura cautelare detentiva per il reato di estorsione aggravata ex articolo 7 d.l. 152/1991), con Polimeni C. (appartenente alla locale di Desio ed attualmente sottoposto a misura cautelare detentiva per il reato di cui all’articolo 416-bis c.p.) e con Pio C. (sottoposto a misura cautelare detentiva per i reati di associazione di tipo mafioso, estorsione, usura, ricettazione).
Per tali ultimi soggetti, il Gip competente, in data 21 dicembre 2010, ha emesso decreto di giudizio immediato e il procuratore della Repubblica di Milano, dal canto suo, ha fatto presente che, successivamente al suddetto decreto, numerosi imputati hanno presentato richiesta di definizione del procedimento con rito abbreviato.
PRESIDENTE. Salutiamo le classi del terzo istituto comprensivo di Orsogna provincia di Chieti. Benvenuti ragazzi: oggi trovate l’Aula vuota perché l’ordine del giorno prevede lo svolgimento di interpellanze urgenti, vale a dire singoli deputati chiedono al Governo conto di ciò che sta accadendo in genere nel loro collegio o nell’area territoriale su cui sono stati eletti. Quando sono previste le interpellanze urgenti in contemporanea possono riunirsi le Commissioni. Quindi, non pensiate che tutti i deputati siano al mare, anche perché il Pag. 30tempo non è buono; sono in Commissione o sono impegnati in altre attività parlamentari. Se venite quando vi sono votazioni e quando le Commissioni non si possono riunire, troverete l’Aula piena di parlamentari. Grazie per la vostra visita.
L’onorevole Peluffo ha facoltà di replicare.
VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO. Signor Presidente, ringrazio il rappresentante del Governo, il sottosegretario Guido Viceconte, per aver letto la risposta predisposta dagli uffici. Intendo utilizzare il tempo a disposizione per significare le ragioni della nostra profonda insoddisfazione per la risposta ottenuta.
Innanzitutto, la seduta d’annuncio dell’interpellanza in oggetto è del 1o febbraio di quest’anno, quindi è passato circa un mese e mezzo. Al netto della posizione della fiducia, è un’interpellanza la cui risposta è stata rimandata due volte perché gli uffici chiedevano tempo per gli approfondimenti; se questi sono gli approfondimenti che sono stati fatti allora la risposta poteva essere data subito. Lo dico perché mi sembra ci sia, a partire dal Ministro dell’interno, una scarsa attenzione all’attività di sindacato ispettivo fatta dai parlamentari. Lo dico perché, sottosegretario, io e l’onorevole Fiano, oltre alla presente interpellanza, per esempio abbiamo depositato anche un’interrogazione in Commissione, il 28 settembre dello scorso anno, che trattava le iniziative che chiedevamo volesse intraprendere il Governo rispetto ai tentativi di infiltrazione da parte della ‘ndrangheta nel comune di Bollate (un comune in provincia di Milano), verificando che non vi fossero attività di condizionamento del voto che è stato svolto in quel comune la scorsa primavera. Riguardo a questa interrogazione non abbiamo ancora ottenuto risposta. Ripeto, si tratta di una scarsa attenzione all’attività di sindacato ispettivo dei parlamentari, però l’impressione è che si tratti da parte del Governo del rischio di una sottovalutazione di quello che è l’infiltrazione della criminalità organizzata, soprattutto della ‘ndrangheta, nel nord del Paese. Non facciamo alcun allarmismo, come diceva bene prima il collega Fiano, ma guardiamo alla realtà come si sta trasformando, ne evidenziamo i rischi.
Peraltro è della giornata di ieri la relazione della Direzione nazionale antimafia che dice con grande nettezza (cito testualmente): la Lombardia – così come osservato anche dalla Dia nell’ultima relazione semestrale – si conferma la regione del nord che registra il maggiore indice di penetrazione nel Pag. 32sistema economico legale dei sodalizi criminali della ‘ndrangheta. Questa è la situazione, per cui è fondamentale la repressione svolta dalle forze di polizia, dalle forze di sicurezza. Non basta, è necessaria la prevenzione, è necessario soprattutto il massimo della trasparenza, in particolare per quanto riguarda gli atti della pubblica amministrazione. Ogni zona di grigio crea uno spazio in più per l’infiltrazione della criminalità organizzata. Per questo, la vicenda (in oggetto dell’interpellanza) del direttore della ASL di Milano 1 Pezzano appena nominato ha le caratteristiche di mancanza di questa trasparenza. Lo ha detto bene prima il collega Fiano richiamando gli elementi dell’indagine infinita. È evidentemente, questa, una nomina inopportuna. Era una nomina da sospendere subito. È utile richiamare anche le dimissioni che hanno dato i sindaci della conferenza dei sindaci della ASL di Milano 1, nonché la mozione che lei stesso ha richiamato e che non è passata per soli due voti in consiglio regionale.
L’indagine faceva riferimento all’attività di Pezzano quale direttore della ASL di Monza, e in ragione di questo la giunta regionale della Lombardia, anziché fare degli approfondimenti, ha pensato bene di promuovere Pezzano a direttore della ASL Milano 1. Voglio ricordare per inciso che nell’ASL di Monza c’è anche il comune di Desio – che è stata citato – che andrà al voto adesso e che è stato sciolto per le contestuali dimissioni della maggioranza dei consiglieri comunali dopo che il dibattito in quel consiglio comunale tra le forze di opposizione e di maggioranza era rispetto alle infiltrazioni del comune stesso. Ora a Pietrogino Pezzano è direttore della ASL Milano 1, una delle ASL più grandi d’Italia, e ha competenza su 73 comuni tra cui, per esempio: Legnano, Corsico, Buccinasco, Garbagnate, Bollate (di cui all’interrogazione di prima), Rho, che sono indicati nella relazione della Direzione distrettuale antimafia, più volte nel corso degli anni, come i comuni di maggiore presenza della ‘ndrangheta (quindi capisce bene qual è la delicatezza di questa ASL).
Voglio ricordare, inoltre, che la ASL ha competenza nei cantieri e, tra questi, quelli che verranno realizzati per l’Expo. A questo proposito, vorrei citare le parole dello scorso anno del Ministro dell’interno, quando affermava che esiste un’attrazione fatale tra ‘ndrangheta ed Expo.
Quindi, da questo punto di vista, ciò che abbiamo chiesto da subito era maggiore attenzione, maggiore prudenza e maggiore trasparenza. Per questo motivo – lo ripeto – era una nomina inopportuna, da sospendere subito. Guarda caso, il primo atto compiuto da Pietrogino Pezzano, quale direttore dell’ASL Milano 1, è stata la nomina del Materia, che è stato indagato e, successivamente, rinviato a giudizio: ciò è già stato richiamato dall’onorevole Fiano, è nel testo dell’interpellanza urgente e lo ha richiamato lei, signor sottosegretario.
Signor sottosegretario, con riferimento a questo, bastava fare una semplice ricerca su Google. Infatti, l’interpellanza urgente in oggetto nasce, per quanto riguarda la vicenda di Materia, da una semplice ricerca su Google, perché si tratta di atti pubblici. Bastava digitare il nome della prima nomina fatta da Pietrogino Pezzano e sarebbe venuto all’evidenza quanto fosse anch’essa una nomina inopportuna. Materia si è dimesso il giorno stesso della presentazione dell’interpellanza urgente. Questo non cambia in positivo la vicenda, anzi, dimostra in maniera plastica la responsabilità di Pezzano, che ha voluto scegliere un dirigente indagato, e poi rinviato a giudizio. Ciò conferma il nostro giudizio sul fatto che si tratti di una nomina inopportuna, da sospendere.
Pertanto, il motivo della nostra profonda insoddisfazione è rispetto alla richiesta che abbiamo fatto: è evidente, che è competenza della regione Lombardia fare le nomine – cosa che ha fatto – e rescindere i contratti – cosa che non ha fatto, e di questo se ne occuperà la regione Lombardia e sarà ancora oggetto di dibattito in sede di consiglio regionale -, tuttavia, la Commissione di accesso è di competenza del Governo. Negando questa richiesta, vi assumete, anche voi, una responsabilità, rispetto alla quale continueranno le iniziative di sindacato ispettivo del gruppo del Partito Democratico e la mobilitazione sul territorio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
vedi video della seduta (vai al min 10.46)