Aumentano firme pro Mattarellum, D’Alema rinnova il suo no
(da TMNEWS)
Ma i temi più difficili, appunto, sono la legge elettorale e Penati. Sul primo fronte, dopo le firme di Romano Prodi, Walter Veltroni , Pier Luigi Castagnetti e Vannino Chiti, oggi si sono registrate le adesioni di Livia Turco, Matteo Renzi, Vasco Errani, Piero Fassino. Dario Franceschini , inoltre, ha pubblicamente chiesto di mobilitare il partito nella raccolta delle firme. Un’offensiva che ha fatto scattare subito la reazione dell’ala del Pd filo-proporzionalista: D’Alema, in una intervista al Messaggero, ha bocciato l’idea di tornare al Mattarellum, come accadrebbe se passasse i referendum, spiegando che il quesito può essere al massimo uno “stimolo per una riforma in Parlamento”; Luciano Violante è andato oltre, definendo il referendum una “presa in giro”, poiché a suo giudizio verrà comunque bocciato dalla Consulta. Fioroni ha fatto parlare i deputati a lui vicini, ma la sua ostilità è nota.
Polemiche che hanno spinto il segretario ad invitare tutti alla calma, attraverso il responsabile riforma dello Stato Marco Meloni: “Il confronto sul referendum elettorale sta assumendo, all`interno del Partito democratico, toni eccessivi. Il referendum è l`unico strumento a disposizione. Dopo il referendum ci sarà comunque il Parlamento. Dunque cogliamo questa opportunità per raccogliere le firme anche sulla nostra proposta, che mira a far scegliere ai cittadini, con un unico voto, parlamentari e governo”. Bersani , con tutta probabilità, non impegnerà il partito sul referendum, ma non pronuncerà nemmeno scomuniche nei confronti di chi si dà da fare per raccogliere le firme. La firma di Errani al quesito, da questo punto di vista è significativa.
Il dibattito sul caso-Penati, invece, sembra essere stato in parte attenutato dalla lettera con cui l’ex sindaco di Sesto San Giovanni ha annunciato che rinuncerà alla prescrizione se non sarà stata fatta chiarezza al termine delle indagini. Certo, l’argomento è delicato. Ieri alla direzione del Pd milanese gli animi si sono calmati solo dopo la diffusione della lettera di Penati. Ma esponenti come Stefano Boeri hanno continuato a mettere sotto accusa i rapporti tra amministrazione e settore immobiliare, a suo giudizio troppo spesso degenerati in ‘relazioni pericolose’, non solo a Milano e non solo per il Pd ; la stessa Barbara Pollastrini, raccontano, ha chiesto chiarezza da Penati e si è detta preoccupata per le conseguenze della vicenda sull’immagine del partito; e anche Vinicio Peluffo ha insistito sulla necessità per il Pd di pretendere chiarezza dall’ex braccio destro di Bersani , aggiungendo che bisogna sciogliere il ‘nodo politico’, ovvero, come dice Boeri, i rapporti tra amministrazione pubblica e interessi privati. Tutte riflessioni che potrebbero essere riprese domani a livello nazionale.