Trezzano sul Naviglio: richiesta commissione d’accesso. Peluffo presenta interrogazione al Governo. (testo)

Peluffo — Al Ministro dell’interno. — Per sapere – premesso che:
il giorno 14 maggio 2013 Oreste Sciumbata, assessore ai servizi sociali del comune di Trezzano sul Naviglio, Giorgio Rossetto, assessore ai lavori pubblici, Giacomo Velardita, comandante della polizia municipale, Marco Citelli, responsabile dell’area territorio del comune di Trezzano sul Naviglio, Antonio Di Stasio, coordinatore cittadino del PdL sono stati arrestati dalla direzione investigativa antimafia assieme ad altre 4 persone;
tali arresti sono avvenuti nell’ambito di un’inchiesta della direzione distrettuale antimafia di Milano denominata «Navigli» e condotta dai pubblici ministeri di Milano Paolo Storari e Laura Pedio che ha comportato anche perquisizioni presso sedi di società e abitazioni nelle province di Milano, Varese, Bergamo;
l’inchiesta aveva avuto inizio nel febbraio 2010 quando erano stati posti agli arresti l’ex sindaco, Tiziano Butturini, e l’allora consigliere comunale del PdL, Michele Iannuzzi, accusati di avere ricevuto del denaro per favorire l’immobiliare «Kreiamo» di Andrea Madaffari, imprenditore precedentemente arrestato (novembre 2009) nel corso di un’inchiesta sul clan Barbaro-Papalia;
successivamente (giugno 2010) Butturini aveva patteggiato 2 anni e 5 mesi, Iannuzzi 2 anni e 8 mesi e Madaffari era stato condannato a 3 anni e 4 mesi;
secondo quanto comunicato della direzione investigativa antimafia, le indagini avrebbero accertato diversi illeciti, legati soprattutto all’iter di approvazione del piano di governo del territorio del comune di Trezzano sul Naviglio e ai tentativi di condizionarne gli atti;
gli arrestati avrebbero percepito ingiustamente delle somme di denaro per dare via libera alla costruzione di un nuovo centro commerciale prevedendo, tra l’altro, lo spostamento dell’asilo comunale di Via Fogazzaro al fine di liberare l’area destinata ai parcheggi della struttura commerciale;
gli inquirenti avrebbero accertato «un pesante quadro di corruttele e illegalità con pubblici amministratori asserviti agli interessi di imprenditori e con professionisti abili nel mascherare, con un giro di false fatturazioni, il pagamento di tangenti»;
sino ad ora sarebbero state versate agli interessati tangenti per circa 230.000 euro, nell’ambito di una più generale promessa di 500.000 euro; le somme sarebbero state trasferite su conti correnti aperti presso banche svizzere –:
di quali elementi disponga in relazione ai fatti descritti in premessa e quali iniziative siano state avviate per far luce sui rapporti che hanno portato alla truffa nei confronti dei cittadini;
se, vista l’estensione e la ramificazione dell’associazione a delinquere finalizzata alla corruzione emersa nell’ambito delle indagini e, soprattutto, in considerazione dei precedenti del 2010, non si possa configurare anche un rapporto con le organizzazioni mafiose e se non ritenga opportuno inviare una commissione d’accesso e nel caso configurare la possibilità di sciogliere il consiglio comunale e inviare un commissario prefettizio;
se non ritenga opportuno verificare la sussistenza dei presupposti per l’applicazione degli articoli 141 e 142, o altri, del decreto legislativo n. 267 del 2000.
(4-00510)

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