Una riflessione sull’ennesima storia di violenza sulle donne

Una 48enne di Rho in un anno e mezzo di convivenza è stata ricoverata 15 volte in ospedale per le botte del suo compagno: da uomo e da rhodense non posso sottrarmi a una riflessione su questa ennesima vicenda di violenza sulle donne. Le storie prese una ad una sono terribili e percepite nella loro sequenza–frequenza temporale provocano indignazioni forti, la terribilità finisce per sfumare quasi in una malasorte naturale. Ambedue gli approcci lasciano il problema pressoché inalterato.La donna di Rho continuava a scusare il comportamento del suo carnefice: le aggressioni avvenivano con una regolarità di per se stessa indicativa di strutture profonde e modelli di manipolazione che vanno oltre la psicologia dei protagonisti.
La società mette in campo misure più o meno efficaci per contrastare questi drammi dove i violenti sono soprattutto gli uomini che vivono una relazione con la vittima, ma forse gli sforzi dovrebbero essere convogliati nella direzione di chiederci quale regola inconscia rende l’uomo tanto condizionato dal “diritto” a possedere e controllare la donna, da dove gli viene una fragilità tanto determinante per la sua violenza. Andrebbe indagato lo stesso concetto di relazione che è alla base del nostro sistema-cultura.
Forse ci si accorgerebbe che quello che la cultura continua ad esasperare, nel suo imperativo al potere e al possesso, è proprio l’esercizio e la capacità di metterci in relazione aperta con gli altri.